«Troppi soldi per le installazioni
Distrutte dal primo temporale»

Oggiono Il centrodestra contro il percorso Land Art sul lungolago - «Le opere sono costate 12mila euro e non dureranno a lungo»

«Sia alla sottoscritta, sia al capogruppo Lamberto Lietti piace l’arte contemporanea, ma ci chiediamo se il denaro pubblico debba essere buttato così letteralmente al vento. I soldi dei cittadini non sono paglia: o per qualcuno si?»: l’ opposizione di centrodestra di Oggiono aveva appena finito di fare le pulci al museo urbano Mud ed ecco aprirsi un nuovo fronte, stavolta sul lungolago, col percorso di Land Art.

La polemica sul Mud

«Col tesoretto di Lario Reti Holding mediante la Fondazione comunitaria lecchese - riassume - e fondi attinti ai bilanci comunali sono stati spesi 200mila euro, in vario modo pubblici, sul Mud; ora gli artisti selezionati per la realizzazione del percorso di Land Art ricevono un compenso di 1.500 euro ciascuno, oltre, per ogni opera, ai materiali necessari per la realizzazione, fino a una spesa massima di 500 euro; totale, circa 12mila euro. Ora - puntano il dito Lietti e Acerbi - ci chiediamo non soltanto che cosa rappresentino alcune delle loro installazioni, il che è comunque secondario in quanto l’arte è per sua natura soggettiva; piuttosto, ci preme capire per quanto tempo i cittadini potranno ammirare le sei opere, a duemila euro l’una; in più di un caso, forse solo fino al prossimo temporale».

«La Land Art - rimarcano i consiglieri - è sicuramente fondata sul connubio con l’ambiente, ma 12mila euro per installazioni perlopiù di paglia è forse un po’ troppo. Riteniamo, tanto più in scadenza di mandato, che non sia il caso di spendere così le risorse e sia più corretto far decidere ai cittadini. Nel merito, pur nel dell’artista, il percorso finanziato non corrisponde neppure all’autentica land art. Dunque - per Lietti e Acerbi - non solo il progetto del Mud è stato travisato e forzato, come provano gli atti e confermano ex amministratori comunali, ma ora si persiste: infatti, la Land Art secondo la corrente americana si realizza con attenzione ai luoghi immensi e inquinati, per realizzare opere monumentali, artisticamente rivoluzionarie. Evidentemente, non è il nostro caso. Secondo la corrente inglese, consiste nell’inserimento in contesti modificati dall’uomo di opere di piccole dimensioni realizzate con materiali tratti dal medesimo ambiente in cui si collocano e nel quale tendono poi ad essere riassorbite dalla natura col passare del tempo».

«Denaro dei cittadini»

«Purtroppo, questo è effettivamente il caso di alcune (e nemmeno tutte) le opere, ma peccato che i materiali naturali da riassorbire nell’ambiente sono costati più che a peso d’oro, per giunta appunto denaro dei cittadini, che certamente non sono stati consultati e, perlopiù, nemmeno informati», la conclusione.

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