Tre milioni per i miniappartamenti
«Si rischia una cattedrale nel deserto»

Calolziocorte La presentazione in commissione territorio ha suscitato perplessità unanimi.L’idea è quella di ristrutturare l’ex scuola di Sala, edificio vincolato dai Beni architettonici

Tre milioni e mezzo, almeno, per ristrutturare l’ex scuola primaria di Sala e ricavarvi una decina di miniappartamenti per persone fragili.

È un conto fin troppo salato quello che l’architetto Mauro Bonfanti, per conto di un pool di professionisti legati ai progettisti della struttura vincolata dai Beni architettonici (oltre a Giuseppe Gambirasio, Walter Barbero, Baran Ciagà e Giorgio Zenoni) quello che, in commissione territorio, è stato prospettato all’amministrazione .

Troppi soldi

Bonfanti ha brevemente illustrato alla commissione le soluzioni architettoniche escogitate dai professionisti per superare ed eliminare le barriere architettoniche connaturate all’edificio progettato tra il 1969 e il 1972. Grazie ai vari accorgimenti, al primo piano si è ipotizzata la realizzazione di tutta una serie di servizi (lavanderia, cucina, refettorio) ad uso comune dei nove appartamenti (con metrature dai 50 ai 64 metri quadrati) collocati al piano superiore da destinare, secondo i desiderata degli amministratori comunali, a cui era stata richiesto di suggerire una possibile destinazione, per ospitare temporaneamente le persone fragili.

Secondo i conti degli architetti, che si sono basati su una tabella nazionale per questo tipo di interventi, la spesa da affrontare dovrebbe aggirarsi attorno ai 2,3 milioni di euro. Rettificata però al rialzo dal sindaco che ha ricordato come non fossero stati previste diverse voci, tra cui, per esempio, ma non solo, gli arredi, portando il totale a 3,5 milioni. Se poi, come è assai probabile, dovesse essere richiesto di rendere l’edificio Nzeb, cioè a consumo di energia quasi a zero, il costo salirebbe ulteriormente.

I costi di gestione

Mettendo da parte la questione costi di ristrutturazione è però subito emerso chiaramente che un altro problema da risolvere è quello della gestione. «Al di là del costo dell’investimento iniziale - ha sottolineato il sindaco Marco Ghezzi - dobbiamo tenere conto dei costi di gestione. Che potrebbero essere molto alti per un edificio di questo tipo. Considerato che a chi utilizzerà gli appartamenti si potrebbero richiedere affitti calmierati, pari a 200 o 300 euro al mese, significa che quella struttura potrebbe rendere al massimo 30mila euro all’anno. Neppure sufficienti, credo, a coprire le spese».

Il consigliere di maggioranza Marco Bonaiti ha osservato che c’è il rischio di «costruire una cattedrale nel deserto» dal momento che sarà poi difficile trovare qualcuno che la gestisca. L’assessore Dario Gandolfi ha chiuso il discorso promettendo che «ci diamo il tempo di verificare tutto».

Diego Colosimo, di Cambia Calolzio, ha invitato la maggioranza a «impegnarsi per cercare di costruire una proposta che stia in piedi». Identico invito è arrivato anche dalla consigliera di Bene Comune Wilma De Flumeri. L’impressione generale è che però, con la presentazione dell’altra sera, sia parso chiaro a tutti che la fattibilità economica del progetto non c’è e che difficilmente se ne sentirà parlare ancora.

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