Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 28 Aprile 2016
Rompere il masso non è sufficiente
Va sistemato il versante
Dopo la frana che ha bloccato la statale 36 , la Comunità montana ha deciso di investire 24mila euro per ripristinare la sicurezza nell’area di Campodolcino.
Non basterà l’avvenuta demolizione del masso piombato sulla Statale 36 per far tornare tutto come prima a Campodolcino.
L’imponente pietra, circa 40 metri cubi, caduta ormai oltre una settimana fa dalla sponda sinistra della Vallespluga e finita sul tracciato della Statale 36 a Campodolcino, curiosamente proprio all’inizio della frazione che si chiama “Pietra”, è stata parzialmente demolita per consentire il ripristino della circolazione, ponendo fine al breve isolamento di Campodolcino e Madesimo. La sponda, però, non è ancora sicura e occorreranno lavori urgenti per togliere tutti i dubbi. Legati soprattutto allo sfruttamento idrogeologico del salto presente nella valle di Gualdera.
La Comunità montana Valchiavenna ha deciso per un intervento di somma urgenza per cominciare a sistemare la valle. Il 19 aprile, il giorno dopo l’evento che ha portato anche all’ostruzione dell’alveo della valle, a danni alla centrale idroelettrica di Prestone e al danneggiamento del ponticello pedonale e dell’area attrezzata presente nella zona, sono stati eseguiti alcuni sopralluoghi da parte di tecnici specializzati.
Sopralluoghi che hanno evidenziato la necessità di procedere a nuovi interventi. Soprattutto alla risagomatura del tratto di alveo della valle di Gualdera, dallo sbocco della gola montana fino al tracciato della Statale 36. Una pulizia da effettuare mediante demolizione dei massi e rimozione del materiale.
Intervento ritenuto urgente in quanto, fungendo l’alveo stesso anche da scarico delle acque captate per scopi produttivi, in caso di ripresa dell’attività della centrale si rischierebbero nuove esondazioni con rischi per le abitazioni, per la strada e per la stessa cabina di trasformazione.
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