Poste, anziani mandati via a mani vuote

Malgrate Dopo la chiusura dell’ufficio del paese, ci si deve per forza rivolgere a quello di Valmadrera.Poca chiarezza sugli orari da osservare, molti sono dovuti tornare a casa senza poter incassare la pensione

I giorni di riscossione della pensione a luglio si sono conclusi con l’amaro in fondo: anziani che hanno raggiunto l’ufficio postale di Valmadrera a causa della prolungata chiusura di quello di Malgrate, non hanno potuto riscuoterla e sono stati rimandati a casa.

Tra i due uffici, di Malgrate e via Roma a Valmadrera, la distanza è di un paio di chilometri, per giunta sotto il sole. Il fatto ha amareggiato i pensionati e aggiunge, naturalmente, benzina sul fuoco delle polemiche, tanto più che il problema è destinato a ripresentarsi ad agosto e a settembre.

Il diavolo si annida nei dettagli

Alcuni pensionati hanno riferito che «andando alle 14.15 a Valmadrera per riscuotere la pensione, non ci è stata pagata perché questo non è l’orario della Posta di Malgrate»: la riscossione può avvenire solo al mattino, nell’orario dell’ufficio di residenza dalle 8 alle 13.30.

I cittadini, però, da Poste Italiane non avevano ricevuto alcuna comunicazione, se non un cartello affisso sulla porta chiusa dell’ufficio di Malgrate; in ogni caso, anche nella lettera delle Poste al Comune si legge che «per tutto il periodo di chiusura, la clientela può rivolgersi all’ufficio di Valmadrera, dalle 8.20 alle 19.05 e il sabato dalle 8.20 alle 12.35».

Il diavolo, però - dice il proverbio - si annida nei dettagli e la motivazione addotta dalle Poste per aver rimandato a casa gli accaldati e affaticati pensionati a mani vuote (costringendoli inoltre al disagio di ritornare) è scritta in burocratese qualche riga più in basso: «Inoltre, nell’ufficio limitrofo potranno essere ritirati pacchi e corrispondenza in giacenza e si potranno eseguire operazioni non eseguibili in circolarità ovvero vincolate all’ufficio postale di radicamento del rapporto (conto, libretto)».

Successivamente tradotta dai funzionari, significa che il certificato di pensione rientra tra i rapporti radicati: può essere gestito solo nell’ufficio postale di appartenenza. Ma, se è chiuso? Allora - per le Poste - la riscossione può avvenire solo in presenza del direttore dell’ufficio nel quale il cliente è radicato, che osserva i propri orari abituali e non quelli di Valmadrera.

Sull’accaduto interviene indignata l’opposizione politica. Riferisce il consigliere Francantonio Corti: «Se le Poste provocano disagi ai cittadini chiudendo per oltre due mesi, fino al 16 settembre, l’ufficio di un paese, devono almeno fare di tutto per attenuarli con un’organizzazione adeguata. Nel proprio paese, tutti si muovono con facilità, ma se vengono obblighi a recarsi a due o tre chilometri di distanza, l’orario deve essere più ampio, con considerazione e tolleranza per chi ci mette tanto a piedi o per quanti possono ottenere passaggi in auto da parenti e amici solo in certe fasce».

Mancata informazione

«Oltre alle Poste, però, la vergogna massima ricade sull’amministrazione comunale, che - ribadisce Corti - ha ricevuto il 20 giugno la lettera dalle Poste e l’ha lasciata nel cassetto, senza né chiedere le informazioni basilari che avrebbero risparmiato ai cittadini questi disagi ulteriori, né organizzare un minimo supporto o di trasporto, col pulmino o i volontari».

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