«Partendo dall’alto
la città può volare
In grande stile»

L’intervento L’architetto Piercarlo Stefanelli e le potenzialità di Sondrio con la passerella pedonale

«Guardando da lassù la città può davvero prendere il volo. Rampa di lancio per un turismo che fa dei terrazzamenti e dei monumenti il vero punto di partenza».

Visionario, capace di leggere l’oggi e disegnare il domani con la sua immaginazione all’avanguardia e lo sguardo attento e lucido, Piercarlo Stefanelli, l’architetto già assessore della giunta Molteni, prova a delineare il futuro di Sondrio a partire dallo scenario originale che la passerella sul Mallero, e non solo, ha aperto sul “retro” della città.

Non sta neppure a discutere se fosse il caso di realizzarla o meno la passerella, archivia come superficiale il dibattito sui passaggi e suoi colori, il giallo sgargiante della panchina gigante di Pradella - «teniamo sì lontane le auto, ma organizziamoci per accogliere le persone con un modello di residenza diffusa e magari anche con botteghine di paese» - e si concentra, invece, sul potenziale della Sondrio di sopra, di quella mezza costa su cui l’apertura del ponte, ma la stessa big bench, ha acceso i riflettori.

Sguardo diverso

«Per la prima volta - dice Stefanelli - è possibile ammirare la città alta che rappresenta le origini di Sondrio: dai terrazzamenti, ai castelli, dal convento a san Bartolomeo, passando per tutta la teoria di chiese che ci sono sulla costa c’è la base per un volo diverso, per un masterplan della città. Da lassù si vedono 150 km di Valle dall’Adamello fin sopra le Orobie e due fiumi (perché per me il Mallero è un fiume). Uno scenario incredibile» aggiunge mostrando alcuni video dal suo telefono.

Per questo è convinto che si debba partire da lì per un rilancio turistico in grande stile che sappia sfruttare tutte le possibilità anche scenografiche. Perché di giorno lo spettacolo è notevole, ma anche al calar della sera il fascino è indiscusso. «Bisogna studiare un’illuminazione dei punti interessanti della forra delle Cassandre e del fondovalle - sostiene -, ma anche dei monumenti, della loro parte dietro mai vista prima. Si può partire dalla città delle origini, dalle frazioni per guardare al futuro. Qualcuno lo ha già fatto».

E l’architetto cita l’agriturismo realizzato a Ponchiera da Olmo Fumasoni con le camere per accogliere gli ospiti, piuttosto che il progetto del campeggio con le tende sugli alberi al laghetto di Triangia. «Si può pensare ad un’accoglienza diffusa - dice Stefanelli -, anche stagionale per chi non vuol vivere in mezzo ai fumi e portarsi per due o tre mesi a mezza montagna. Luogo ideale anche per i pensionati».

Oltre a questo e al completamento del castel Masegra, l’architetto butta sul tavolo della riflessione la possibilità di portare avanti un altro progetto legato al convento di San Lorenzo. «Lì - dice - nella roccia che si incontra prima della struttura potrebbe essere realizzata la seconda cantina ipogea (la prima la sta facendo Bettini a Ponchiera), collegando il convento all’area pubblica del campo sportivo che non viene mai usato e recuperando la vecchia scuola elementare di Mossini e l’area circostante. Il tutto a due passi dall’ultimo bosco di castagni rimasto. Sarebbe interessante creare un campo base per le escursioni sul nostro territorio: dai fumi alle Orobie, al gruppo del Bernina alla Valmalenco. Si potrebbe fare un campeggio che sarebbe il secondo in Valtellina, un’area camper con i servizi recuperati nella scuola e magari anche un ostello della gioventù». Un tunnel di collegamento sotto la strada porterebbe alla cantina ipogea del convento dove, ipotizza Stefanelli, si potrebbe dar vita alla borsa del vino di montagna «da battere una volta al mese con il confronto dei vari vini di montagna nostri, italiani, stranieri».

Sfruttamento intelligente

Questo secondo Stefanelli potrebbe essere un modo intelligente per sfruttare ciò che l’apertura della passerella sul Mallero ha portato con sé in termini di interesse. «Portiamo la gente ad ammirare la forra delle Cassandre anche di notte - dice - a scoprire un angolo che finora è rimasto nascosto ai più. Il ponte è di fatto un balcone sulla Valle che guarda a nord al Bernina, il massiccio centrale più alto delle Alpi, a sud i fiumi e la piana».

Il tutto senza dimenticare l’ex Fossati la cui distesa abbandonata è perfettamente visibile da chi transita sulla strada verso Ponchiera e che nella visione di Stefanelli potrebbe diventare un museo sulla storia della filatura così come non abbandona l’idea di un’università della montagna per il territorio di Sondrio «perché dobbiamo portare gente a vivere qui. E’ l’unico modo se vogliano dare respiro ai nostri negozianti».

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