Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 10 Settembre 2013
Nuovo servizio 118
Troppe lacune, da rivedere
Operatori concordi sulla necessità urgente di un confronto sui metodi di invio dei mezzi
La Croce rossa: capita di sbagliare le destinazioni
«Le emergenze sono state gestite al meglio lo stesso, tanto che non sono a conoscenza di disservizi all’utenza. Ma detto questo,, disguidi ce ne sono stati e ce sono parecchi per effetto della mancata conoscenza del territorio da parte degli operatori che lavorano da Bergamo, supportati solo in parte dagli strumenti di geolocalizzazione».
Il nuovo sistema del 118, dopo la riforma, rilancia ancora qualche preoccupazione dopo le segnalzioni che ieri, Paolo Della Torre, ha sottolineato facendo un primo bilancio del nuovo servizio alla fine dell’estate in Valle.
La collaborazione
Questa volta a parlare è Giuliana Gualteroni, presidente della Croce rossa italiana, delegazione provinciale di Sondrio, una struttura forte di 100 dipendenti e con più di 800 volontari, chiamata a gestire la maggior parte delle postazioni di soccorso in convenzione sul territorio con l’Areu, l’Azienda regionale dell’emergenza e urgenza. «Più che altro si è trattato di collaborare molto con gli operatori di Bergamo - dice Gualteroni -, attraverso uno scambio continuo di informazioni sui luoghi, per andare a sopperire a quelle mancanze legittime in termini di conoscenza di un territorio vasto come il nostro e forte di 78 Comuni e una miriade di frazioni e località. Per cui, per chi non è del posto, può essere facile confondere Piuro con Chiuro, e indirizzare indistintamente a Chiuro o a Castionetto di Chiuro. Teniamo presente, poi, che, soprattutto in quest’ultimo periodo estivo si ha spesso a che fare con turisti che, a loro volta, non conoscono bene la zona in cui si trovano e non la sanno indicare con precisione, o, ancor peggio, non parlano la nostra lingua».
Insomma, intendersi, fra gli operatori del 118 provinciale, dal 1° luglio in avanti, non è stato semplice. E questo perché è cessata l’operatività della centrale 118 di Sondrio la cui attività è passata in capo ai colleghi di Bergamo che, a loro volta, avrebbero dovuto essere supportati dal sistema di geolocalizzazione della chiamata da fisso e da cellulare garantita dai colleghi della centrale 112 di Varese. Meccanismo che ha funzionato in poco più del 50% dei casi per via del fatto che solo una parte dei gestori telefonici ha ottemperato all’obbligo di legge di girare la chiamata 118 su Varese.
Il nuovo operatore
Così gli operatori di Bergamo hanno dovuto fare del loro meglio, appoggiandosi, per i primi quindici giorni di luglio, a un operatore di Sondrio lì presente e, poi, a delle carte geografiche dettagliate fatte loro pervenire dai colleghi sondriesi. Una situazione che necessita di una decisa messa a punto che, per Alberto Zoli, direttore regionale Areu, dovrebbe venire entro ottobre al massimo con l’allineamento dei gestori agli obblighi di legge.
C’è chi, però, sta già pensando a misure tampone quali la reintroduzione temporanea del sistema di collegamento via radio fra le postazioni di soccorso e l’elisoccorso. Il che costituirebbe un ritorno al passato, seppur momentaneo, ritenuto utile, però, a risolvere la situazione di semi-impasse che si è venuta a creare. Nulla di ufficiale vi è al riguardo, va precisato, ma l’ipotesi si starebbe facendo strada.
La riflessione
A monitorare la situazione, poi, in questo primo periodo di rodaggio della nuova organizzazione, è anche la delegazione di Sondrio del Soccorso Alpino e Speleologico che, pure, non ravvisa particolari problemi nell’espletamento del servizio per l’utenza «anche se ci riuniremo, al nostro interno, proprio in questo mese per una riflessione sul punto, prima del confronto diretto con l’Areu».
Il tutto tenuto presente che l’attività del Soccorso alpino in estate è stata abbastanza allineata a quella degli anni scorsi, salvo una diminuzione portata dalla totale assenza di funghi spesso causa di gravi incidenti in montagna.
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