Macchia, il cane che cerca la libertà
Lontano dall’uomo

La storia Il cinofilo Gueli: «È fobico e ha paura di noi Potremmo definirlo una sorta di disagio psichico». Vive allo stato brado all’alpe Brusada, in Valmalenco

Macchia ha deciso che vuol vivere libera nei boschi, lontana dalle persone con le quali non ha un rapporto facile. Una fototrappola, dopo mesi di vane ricerche, l’ha immortalata nei boschi della Valmalenco. Le ultime foto, di metà dicembre, la mostrano in buona salute, all’alpe Brusada, vivere allo stato brado.

Questa è una storia che apre il nuovo anno con un buon auspicio, ma che vuol anche lanciare un appello a chi dovesse incrociare Macchia, bianca con una macchia nera: avvicinatela con attenzione, aiutatela perché l’inverno la metterà alla prova e segnalate subito la sua presenza. Su Facebook ci sono i tracciamenti delle sue ultime apparizioni.

Dal Sud Italia

Macchia è una cagnolina meticcia, arrivata tempo fa dal Sud Italia a Lugano, dove vive la sua padrona, ma la sua trasferta, da subito, non è stata facile. Poco tempo dopo essere stata adottata, ha cominciato infatti a cercare la libertà, scappando spesso da casa. Lo snodo, targato Valmalenco, è avvenuto l’estate scorsa, quando un educatore cinofilo comasco, Federico Gueli, che in Valmalenco ha la casa di vacanza di famiglia e trascorre il suo tempo libero, passeggiando nei boschi della valle ha letto il cartello affisso dalla proprietaria di Macchia che chiedeva aiuto per ritrovare la sua cagnolina scappata qualche tempo prima, dopo essersi probabilmente spaventata a causa del caos in cui era capitata durante una festa di paese.

«Io la mia famiglia andiamo in vacanza in Valmalenco dove mio nonno ha una casa dove andava in villeggiatura appena dopo la guerra e l’estate scorsa, mentre portavamo a spasso i nostri cani, io e mia moglie abbiamo visto il cartello che segnalava la scomparsa di Macchia sulla strada per l’alpe lago. Ho subito chiamato la proprietaria del cane, che tra l’altro ho scoperto in seguito essere amica d’infanzia di mia mamma e delle mie zie. Aiutare cani è anche il mio lavoro, oltre che una passione, se c’è un cane smarrito vicino a me provo sempre a dare una mano. Ho incontrato la signora e cercato il cane, smarrito a inizio agosto quando si è trovato nel mezzo di una festa in un alpeggio, con tante auto che l’hanno spaventato. Con la proprietaria ci siamo visti più volte mettendo, nella zona in cui si è persa Macchia, una coperta dei croccantini, dell’acqua; questo perché il cane di solito i primi giorni dopo essersi smarrito non si allontana mai tanto dal luogo da cui è sparito, ma vi cerca un posto sicuro cercando di mantenere un suo centro attorno al quale gravitare».

Segni della sua presenza

Gueli non si dà per vinto: «La mia base per cercare Macchia è stata la zona dove si è persa, ma abbiamo avuto sue notizie solo a metà dicembre. Pensavamo al peggio, che fosse caduta in un burrone, poi un ragazzo a inizio settembre ha chiamato la padrona del cane perché, scendendo da un alpeggio vicino al laghetto, ha visto Macchia e l’ha riconosciuta. La padrona, che era già tornata a Lugano, è tornata in Valmalenco e, insieme, abbiamo trovato segni della presenza di Macchia, ma non lei. Per me Macchia è diventata una missione, quando vado, spesso, in quella zona chiamo a gran voce Macchia e spero di trovarla». Macchia ha paura degli uomini: «È un cane fobico, ha paura degli umani, accettava la sua padrona, ma non era a proprio agio e quindi si allontanava spesso. Ha una patologia che se, parlassimo di umani, definiremmo disagio psichico, che può essere nata da un trauma o da altro. Macchia si era già allontanata diverse volte, ma la padrona era sempre riuscita a trovarla».

Momento pericoloso

L’inverno è un nemico però di Macchia, sola nel bosco. «Questo periodo per Macchia è pericoloso in montagna, anche se dall’ultima foto non la si vede deperita. Forse ha stretto alleanza con altri animali socievoli, come i tassi e le volpi che in alcuni casi possono accettare di condividere la tana - continua Gueli -. Potrebbe anche riuscire a vivere nutrendosi di animali morti, rifiuti, feci e, in teoria, vivere per sempre allo stato brado. Per lei il problema potrebbero essere le auto che le investono, ma se sta nel bosco non corre rischi. A settembre era stata vista all’alpe Lago, l’ultima foto però la ritrae dall’altra parte della valle alle pendici del pizzo Scalino, vuol dire che ha fatto tanta strada. Lì c’era un ponte pedonale, poi caduto per la piena di novembre, può essere che l’abbia percorso prima del crollo e che ora non riesca a tornare. Ora potrebbe cercare altre strade e potrebbe passare in Svizzera verso il Bernina in Val Poschiavo e incontrare valli deserte dove avere ampi spazi e sfuggire a contatto umano diretto».

E conclude: «Non è mai stata vista o avvistata per strada, nemmeno in agosto quando c’erano turisti, questo conferma che ha un comportamento fobico».

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