Lecco. Primo trimestre di ripresa
In calo la cassa integrazione

Energia e materie prime ostacolano le imprese, ma il quadro del lavoro resta molto positivo

Caro energia e penuria di materie prime, unite alla guerra in Ucraina non hanno ancora inciso sull’occupazione nella provincia di Lecco rispetto al resto del Paese, secondo i dati sulle ore di cassa integrazione elaborati dal terzo rapporto Uil del Lario, su fonte Inps e relativi al mese di marzo.

L’andamento della cassa integrazione in provincia di Lecco è nel confronto tra marzo 2022 e marzo 2021, molto positivo. Le ore complessive sono diminuite in modo estremamente deciso, fin quasi ad azzerarsi: -94,1% (191.727 ore il mese scorso). La flessione si registra anche sul piano congiunturale, con un calo del 35,4% rispetto allo scorso mese di febbraio. Ampliando lo sguardo all’intero primo trimestre, la riduzione tendenziale è pari all’81,8% (817.235 ore da gennaio a marzo scorsi). In particolare, il settore metalmeccanico fa registrare un miglioramento consistente, con 214.692 ore e una contrazione dell’89%.

Analizzando i settori produttivi, spicca l’artigianato, capace di azzerare il dato (-100%), ma anche il commercio (-97,2%) ci va vicino. Ottimo anche il risultato dell’edilizia (-90,1%), mentre l’industria si ferma a -77,7%.

Il numero di lavoratori in cassa integrazione nel periodo gennaio-marzo 2022, è stato pari a 1.602 (-7.225 rispetto a gennaio-marzo 2021). A marzo sono stati 1.128, tutti interessati dalla cassa ordinaria. A febbraio erano 1.747 (1.690 in ordinaria, 41 in straordinaria, 16 in deroga).

Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario, commenta così i numeri della cassa integrazione nel primo trimestre: «Se i segnali di decisa ripresa dell’artigianato, del commercio e del settore delle costruzioni, come pure dell’industria, hanno inciso positivamente sul primo trimestre di quest’anno, resta la preoccupazione sugli effetti che il caro energia potrà avere nel futuro per le imprese, unito alla mancanza di materiali che hanno avuto un forte aumento dei costi - dice il segretario della Uil Salvatore Monteduro -. A questi elementi di preoccupazione, si somma l’incertezza per una situazione internazionale che ha modificato i mercati di riferimento soprattutto per l’import di materie prime. Senza contare che le spinte inflazionistiche e il caro bollette, finiranno per penalizzare i consumi e, di conseguenza, la produzione. Una situazione - conclude il segretario della Uil - che, nel suo insieme, si teme possa avere riflessi negativi sull’occupazione».

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