Lecco, Giro: bici vietate?
«Rischiamo il ridicolo»

Alza la voce Carlo Spreafico, consigliere regionale e portavoce del comitato grande ciclismo. Rasserena l'animo dei tifosi preoccupati del divieto: «Non tiriamo in ballo problemi di sicurezza e traffico, faremmo ridere tutto il mondo»

LECCO - Giro d'Italia: sulla querelle "bici sì-bici no" sulla Ballabio-Resinelli si è scatenato un uragano negli ultimi giorni. La voce che da sabato non possono salire sui tornanti che portano all'arrivo non solo le automobili e le moto, ma anche le biciclette, ha gettato i tifosi nel panico.
Ma ecco che alza la voce il portavoce del comitato grande ciclismo e consigliere regionale, Carlo Spreafico: «Vietare la salita in bici ai Resinelli ci coprirebbe di ridicolo e sarebbe pericoloso». E' l'affermazione di un grande conoscitore di questo sport e soprattutto della macchina organizzativa del Giro d'Italia.
«Non tiriamo in ballo problemi di sicurezza e traffico, perché altrimenti ci copriremmo di ridicolo agli occhi di tutto il mondo che segue il Giro», aggiunge Spreafico. Su tracciati ben più ostici dei Resinelli, come il Mortirolo, il Gavia, lo Zoncolan e lo Stelvio i tifosi hanno sempre potuto raggiungere il percorso in bicicletta fino a pochi minuti dal transito della corsa. Chiudere la Ballabio-Resinelli a tutti i mezzi dalle 19 di sabato, insomma, sarebbe un'esagerazione.

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