Lecco: la caduta
non si ferma

Lecco: tre partite, nove gol subìti, nessuno segnato. Con la Pro Patria, secondo scontro diretto per la salvezza perso (il primo contro la Valenzana). E un atteggiamento che fa scoraggiare anche il nuovo mister Giacomo Modica.

BUSTO ARSIZIO - Tre partite, nove gol subìti, nessuno segnato. Con la Pro Patria, secondo scontro diretto per la salvezza perso (il primo contro la Valenzana). E un atteggiamento che fa scoraggiare anche il nuovo mister, un po' ingenuo in verità nello schierare una formazione così "alta" in difesa. Sperando, forse, in una reazione d'orgoglio che, per l'ennesima volta, non c'è stata, mister Giacomo Modica fa giocare il Lecco con un 4-3-3 che inizia bene e si spegne dopo un quarto d'ora. Come successo giovedì in allenamento contro la Berretti.

Un campanello d'allarme non raccolto dal nuovo tecnico. Giocare in undici davanti alla porta non si può, ma forse nemmeno aprirsi in modo così scellerato davanti a un avversario che, si sapeva, ha più gamba, più cattiveria, più tecnica. Ma la prima la si può concedere a un tecnico che, nonostante i dati numerici parlassero chiaro, non poteva immaginare a che punto si trovi il Lecco. Un Lecco che sta scavandosi la fossa da solo e lo fa in maniera sempre più profonda di domenica in domenica. fosse finita 4 o 5 a 0 nessuno avrebbe potuto recriminare, da parte bluceleste. Aggiungici l'infortunio a Castelnuovo dopo due minuti, l'assenza di terzini titolari (Sciannamé era squalificato), e nel finale l'improvvida espulsione di Temelin, e la frittata, la terza in tre giornate di quello che doveva essere il girone della riscossa, e la frittata è fatta.
Fortunatamente una constatazione chiara, Modica l'ha tratta da questa partita: il Lecco non corre. O lo fa meno degli altri.

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Eco di Bergamo Lecco ancora battuto