Le case Aler meritano più attenzione
«Serve un protocollo per riqualificarle»

Calolziocorte La proposta viene dalla minoranza: urgente intervenire su più fronti

Un protocollo di intesa tra Aler, Comune, Prefettura e tutti gli altri soggetti possibili per mettere a punto una serie di interventi di riqualificazione del ghetto delle case Aler di via Di Vittorio.

A proporlo, con una lettera aperta, Diego Colosimo, capogruppo di Cambia Calolzio.

«La nostra idea - spiega - è quella di dare vita a un protocollo di intesa che coinvolga tutti i soggetti che si occupano della gestione diretta e indiretta degli immobili, oltre agli attori pubblici che possono contribuire alla tutela sociale».

A breve e medio termine

Il documento dovrebbe inoltre includere tutta una serie di obiettivi a breve e medio termine.

Tra questi, Colosimo elenca i più importanti, a cominciare dalla attività di manutenzione del verde per proseguire con la riqualificazione dei parchi comunali, un dettagliato cronoprogramma degli investimenti sugli immobili per realizzare ascensori, interventi di efficientamento energetico, sistemazione delle fognatura e infine, un progetto di politiche integrative e giovanili mirate, che coinvolga le associazioni locali per contrastare la marginalità sociale.

Mancano gli ascensori

Da anni, il gruppo Cambia Calolzio denuncia il degrado dell’area. «Gli abitanti degli alloggi Aler e comunali di Calolziocorte stanno subendo, anno dopo anno, un crescente degrado urbano e sociale, mentre le istituzioni sembrano indifferenti a tale situazione».

L’elenco delle situazioni a cui porre rimedio è lungo, e sotto gli occhi di tutti.

Per esempio, Colosimo cita il «peggioramento della qualità delle manutenzioni ordinarie e straordinarie», la penuria degli interventi per lo «sfalcio del verde», ma anche la necessità di predisporre «interventi di potatura degli alberi divenuti pericolosi a causa delle chiome fitte» o la sistemazione di «aree comunali destinate a un parco pubblico, lasciato in stato di abbandono da oltre 15 anni». Vanno effettuati anche interventi strutturali: «Molti immobili ancora non dispongono di ascensori, causando disagi inevitabili agli inquilini anziani o con disabilità che non possono accedere agli appartamenti».

Per non parlare dei «problemi ambientali e igienico-sanitari derivanti dalla presenza di fosse Imhoff in tutte le abitazioni degli alloggi di via di Vittorio, che causano fuoriuscite periodiche di liquami e la risalita di insetti infestanti dalle condotte fognarie».

L’ultima nota è per l’amministrazione comunale che, un paio di anni fa, per cercare di porre rimedio alla situazione, aveva chiesto e ottenuto il permesso di installare telecamere che controllassero la zona.

«È palese - sostiene Colosimo - che posizionare telecamere come risposta ai problemi di sicurezza, non possa e non debba essere l’unico intervento per rendere questi spazi vivibili ma occorre presidiare il territorio con educatori di strada e la presenza delle istituzioni».

La conclusione: «Cambia Calolzio per questo ha sollecitato il sindaco Marco Ghezzi affinché si avvii un nuovo progetto per sostituire il centro di aggregazione giovanile chiuso per decisione politica».

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