Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 12 Ottobre 2015
Il grande viadotto a Cosio Valtellino. Ci sono tutti i pezzi
Statale 38Il lavoro sta procedendo a tappe forzate. Pronti spalle e sostegni per supportare 295 metri di travi. A Talamona gli operai stanno finendo il guado sull’Adda.
Spalle e sostegni per il grande viadotto che valicherà due corsi d’acqua, in zona Bitto, piste di cantiere a Talamona: i lavori di allestimento logistico per le grandi opere della nuova statale 38, tangenziale di Morbegno stanno procedendo a vista d’occhio. A Talamona si sta completando il guado sopra l’Adda che consentirà agli automezzi e agli escavatori di lavorare e muoversi sopra il corso del fiume. A Cosio Valtellino, alla foce del Bitto l’impresa Cossi sta predisponendo l’impalcato di una delle più complesse opere esterne della nuova strada.
«Si iniziano a vedere i manufatti portanti, “spalloni” e “pile” del viadotto Adda-Bitto - ha annunciato ieri l’ex assessore Francesco Bongio, tecnico incaricato dal sindaco di Morbegno Andrea Ruggeri per seguire l’iter della tangenziale - si tratta di una grande installazione che supererà il torrente Bitto, alla sua foce, e l’Adda, innestandosi oltrepassato il fiume nell’ingresso della galleria Selvapiana, tunnel anch’esso in costruzione».
L’opera è davvero colossale. Il viadotto composto di tre campate, ma con trave “in pezzo unico”, sarà lungo 295 metri, una larghezza complessiva di 13 metri e mezzo. Lo scheletro del viadotto, a struttura mista, acciaio-calcestruzzo è costituito da due travi metalliche principali e portanti.
«Il viadotto - ha chiarito Bongio - correrà su una unica linea di 295 metri. Si parte da uno spallone, già posato, e che si trova in “direzione Colico”. Dopo 122,5 metri, la struttura poserà su una prima pila, un perno portante, seguirà una seconda pila di appoggio, dopo 50 metri, quindi il viadotto proseguirà con un ultimo salto di 122,5 metri, fino alla seconda spalla, installata sotto l’imbocco della galleria Selvapiana». Sotto il viadotto, passerà la Valeriana, attualmente interessata da una deviazione che consentirà ai mezzi di cantiere di raggiungere l’imbocco del tunnel di scavo. Tutte e due le “pile”, strutture che sostengono la corsa del viadotto, stanno venendo edificate nel tratto asciutto di alveo tra il Bitto e l’Adda.
Altro lavoro in corso è lo spostamento della foce del Bitto, che viene traslata verso ovest. «Si stanno intravedendo - ha proseguito Francesco Bongio - i lavori di sistemazione dell’alveo, che prevedono una notevole riduzione dell’angolo di incidenza, sullo scorrimento delle correnti del torrente Bitto. Con notevole miglioramento e semplificazione delle condizioni di deflusso alla foce, e riduzione dei problemi di deposito materiali, pietre, terriccio. Se si guarda il cantiere si vede l’argine ovest del Bitto deviare nettamente sulla sinistra orografica: si attende ora la costruzione del secondo argine, quello di destra, che viene creato realizzando una scogliera, poi il torrente verrà convogliato dentro questo nuovo letto che ne costituirà la foce. Saranno anche realizzate prima dell’immissione delle acque del Bitto nell’Adda, delle briglie trasversali di stabilizzazione del flusso».
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