I medici di famiglia:
«Molti casi sommersi»

Coronavirus, ieri 7 vittime (43 in totale) e 20 contagi in più, ma i numeri sono sottostimati. Lo sostengono gli stessi sanitari: «Per molti la diagnosi è quella, ma non si fa il tampone»

Secondo i dati della Regione ieri in provincia ci sono state altre 7 vittime (43 in totale) e 20 nuovi contagiati (323), ma i numeri illustrano soltanto un lato della medaglia.

Perché il “sommerso”, in provincia di Sondrio, come nel resto d’Italia e in tutti i paesi in cui il virus ha attecchito, è enorme.

La conferma viene dai medici di base che abbiamo sentito, e che lamentano l’impossibilità di restare chiusi in ambulatorio. «Ci viene detto e ripetuto di non uscire per visitare il paziente in casa, ma come si fa? » chiede Gianluigi Passerini, da 45 anni medico di base a Sondrio.

«Pazienti positivi, pur senza effettuare il test, invece, ne abbiamo - afferma il collega Alcide Molteni. - Ormai, il quadro clinico è chiaro, i sintomi li conosciamo. Febbricola, perdita dell’olfatto e dalla capacità di distinguere i sapori, malessere, sono i sintomi iniziali. Magari restano confinati lì, magari esplodono. Poi ci sono gli asintomatici, peggio ancora, in un certo senso, perchè possono diffondere il virus senza saperlo. Ecco perchè, la ricerca della positività è importante».

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