"Gatti era alle strette
voleva uccidere il complice"

Questo è emerso ieri dalprocesso per l'omicio di Brusio: Ezio Gatti - secondo l'accusa - voleva sbarazzarsi del suo presunto complice - e per questo lo avrebbe invitato a fare un viaggio in Sardegna. Cojocaru era diventato pressante con le richieste di denaro

SONDRIOIl valtellinese si muoveva come un agente 007, utilizzando precauzioni e auto diverse per gli spostamenti e sequenze in codice (un sms seguito da una telefonata da una cabina pubblica) per fissare gli incontri a Rimini, dove il moldavo viveva. Ruslan Cojocaru - ritenuto il presunto killer - ogni volta che incontrava Ezio Gatti - presunto mandante - faceva piccoli versamenti di danaro alla sua famiglia, alle prese in patria con la ristrutturazione della casa.

«Non ho mai fatto così fatica a pedinare una persona», ha detto in aula il maresciallo Marcello Armanini riferendosi a Gatti. Armanini, dopo aver escluso la cosiddetta "pista bulgara" (che lo ha portato a seguire a Milano uno straniero che con i coniugi Ferrari aveva avuto rapporti di lavoro), per mesi è stato l'ombra dei due imputati: ha piazzato cimici in auto, in casa, ha organizzato pedinamenti, ha intercettato e ascoltato 8mila telefonate dal marzo del 2011 - quando Gatti entra ufficialmente nel mirino dei magistrati italiani - sino al 24 settembre di quell'anno, quando i due finiscono in cella per il duplice omicidio di Zalende.

E più le indagini si affinavano, più gli inquirenti si convincevano che il moldavo rischiava la vita. Questo è emerso ieri: Ezio Gatti - secondo l'accusa - voleva sbarazzarsi del suo presunto complice - e per questo lo avrebbe invitato a fare un viaggio in Sardegna. Cojocaru era diventato pressante con le richieste di denaro ed era arrivato al punto di chiamare il Gatti anche sui cellulari "puliti", fatto questo che aveva spinto Gatti a compiere degli errori e ad abbandonare la proverbiale circospezione che sino ad allora aveva caratterizzato i contatti tra i due.

Il sospetto ai carabinieri viene quando intercettano Cojocaru che parla con il padre: «Vado a 600 km di distanza, starò via qualche giorno e presto vi porterò i soldi».

«Se i due si fossero imbarcati per Olbia - ha riferito Armanini - avevamo l'ordine di catturarli, ma quel viaggio Cojocaru non lo fece e le manette sono scattate solo dopo alcune settimane». Un'ipotesi che la difesa non ha nemmeno preso in considerazione nel contro interrogatorio. Gli avvocati Carlo Taormina e Rossella Sclavi hanno invece posto domande relative al movente del delitto, mettendo così in luce come la Procura abbia poco indagato sul perché Gatti avrebbe dovuto commissionare il duplice delitto.

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