Case di riposo, sos infermieri
«Qui non vogliono venire»

A Faedo solo 5 laureati a fronte di 70 andati in pensione. «Sta diventando un’emergenza». «Vanno negli ospedali perché si guadagna di più e quelli dal Sud si spaventano a venire qui»

«Quella che fino adesso è stata una difficoltà, ora rischia di diventare un’emergenza. L’anno scorso sono stati settanta gli infermieri andati in pensione, solo cinque quelli laureati a Faedo»: Ercole Piani, professore dell’Università degli Studi per la formazione degli infermieri espone un problema che pressa la sanità, ma di cui «si sottace la portata» e che, ora con l’emergenza coronavirus, sta diventando ancora più impellente.

«Il dramma si registra nelle case di riposo da cui gli infermieri se ne stanno andando per lavorare negli ospedali dove, peraltro, si guadagna di più - afferma Piani -. Il rischio, nel prossimo futuro, sarà l’accreditamento delle Rsa che non possono più rispondere ai requisiti di personale adeguato per l’assistenza». «Il fatto è che vengono a mancare gli infermieri sia perché le università hanno il numero chiuso sia perché la Regione non ha investito». «Sollecitiamo una nuova figura professionale che è quella dell’infermiere di famiglia verso cui la Regione pare interessata, anche se non sta facendo niente».

E dal Sud? Ci sono interessati - dice Francesca Zucchetti della casa di riposo di Bormio -ma quando vedono dove siamo rinunciano».

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