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Giovedì 01 Ottobre 2009
Laureato senza lavoro
va a raccogliere mele
Questo caso è uno specchio delle condizioni in cui si trovano numerosi “cervelli” valtellinesi. Il mercato del lavoro in entrata per i laureati è attualmente pressoché immobile in provincia di Sondrio
L’esempio appena citato non è affatto casuale, in quanto è emblematico in proposito il caso di alcuni neolaureati valtellinesi. Pur di reagire ad un momento in cui trovare un lavoro congruo agli studi effettuati è di frequente una chimera, hanno scelto di impiegarsi nella raccolta delle mele, per questo periodo dell’anno. La vicenda si presenta somigliante nei tratti a una novella pirandelliana. D’impatto si può grottescamente sorridere, pensando a dei laureati chini a sollevare ceste colme di mele. Ma analizzando più in profondità, non si può che fare un plauso all’encomiabile impegno di questi ragazzi, i quali pur di non gravare sulle spese familiari sono disposti a prodigarsi in un lavoro estremamente umile.
Questo caso è uno specchio delle condizioni in cui si trovano numerosi “cervelli” valtellinesi. Il mercato del lavoro in entrata per i laureati è attualmente pressoché immobile in provincia di Sondrio. Pertanto non resta che non abbattersi e adeguarsi alle opportunità che si presentano. Ci sono quindi giovani che arrivano alla laurea, alla sensazione di avercela fatta, almeno nello studio. Dopodiché si passa alla ricerca del lavoro: mille colloqui, mille tentativi, mille speranze. Un impegno a tempo pieno nel cercare un impiego. Intanto il tempo scorre, arriva l’autunno, il momento del raccolto. Ma invece di cogliere i frutti del tempo speso nello studio, ci si ritrova a cogliere… le mele.
La testimonianza di uno di questi ragazzi non lascia dubbi sulla serietà. «Durante gli anni all’università – dichiara – non pensavo di cambiare il mondo una volta laureato. Ma quanto meno auspicavo legittimante di trovare un buon posto di lavoro, che mi potesse realizzare come persona. Tuttavia ora non demordo e conservo intatte le motivazioni. Nel frattempo ringrazio i responsabili della cooperativa che hanno creduto in me, confidando che avrei affrontato con la massima diligenza il lavoro affidatomi. Spero che quest’esperienza contribuisca alla mia formazione e un domani di ripensarvi sorridendo, magari da un posto di lavoro più adeguato ai miei studi».
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