Vandalismi a Bormio
La rabbia del sindaco

Panchine distrutte, un ragazzo in coma etilico, sporcizia e vandalismi nelle vie del paese, soprattutto in zona Pentagono, dove si è svolta la festa studentesca per la fine dell'anno scolastico: questo il "bilancio" - se così si può definire - di quella che avrebbe dovuto essere una serata di divertimento

BORMIO Gli atti vandalici che nella notte tra sabato e domenica hanno colpito la Magnifica Terra rappresentano una sconfitta per l'intera comunità. A rimetterci, infatti, sono stati e saranno tutti sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista del risarcimento dei danni. E, di fronte al penoso spettacolo che sindaco e amministratori si sono trovati davanti domenica mattina - come molte altre persone, del resto - il monito del primo cittadino si è fatto sentire.

Panchine distrutte, un ragazzo in coma etilico, sporcizia e vandalismi nelle vie del paese, soprattutto in zona Pentagono, dove si è svolta la festa studentesca per la fine dell'anno scolastico: questo il "bilancio" - se così si può definire - di quella che avrebbe dovuto essere una serata di divertimento. Ed invece è stata una nottata di inciviltà prima al Pentagono di Bormio dove qualche buontempone ha addirittura fatto scattare l'allarme bomba con una telefonata e poi, quando la festa di fine anno è stata sospesa per motivi di sicurezza, a farne le spese è stato l'intero paese.

«L'immagine offerta da Bormio la scorsa domenica mattina - ha commentato il primo cittadino Giuseppe Occhi - non fa onore a nessuno: ne esce un pessimo ritratto dei nostri ragazzi, delle loro famiglie e della comunità intera. Si resta sconcertati e perplessi di fronte a un concetto di "festa" che implica mancanza di rispetto nei confronti degli altri e delle cose altrui, oltre che di se stessi e della propria dignità; questo non è che il risultato di una indifferenza dilagante per ciò che non è di proprietà strettamente privata. Le conseguenze di tali comportamenti ricadono su tutti noi: sarà l'intera comunità, infatti, a pagare per i danni causati dai nostri giovani».

Riguardo a quanto avvenuto al Pentagono, l'allarme sabato sera è scattato quando è arrivata una telefonata anonima che annunciava la presenza di un ordigno.

Gli organizzatori della serata, unitamente ai vigili del fuoco presenti per il servizio di sicurezza, hanno prontamente chiamato le forze dell'ordine per effettuare le verifiche del caso. E qui i primi atti di inciviltà. Alcuni giovani, al posto che collaborare lasciando prontamente libera la struttura per i rilievi del caso, si sono messi ad intonare cori contro gli agenti tentando con violenza di rientrare al Pentagono in un batter d'occhio presidiato non solo dai carabinieri ma pure da guardia di finanza e dalla polizia.

Proprio a causa del comportamento dei giovani violenti la festa è stata sospesa. I controlli, infatti, per fortuna non avevano rinvenuto alcun ordigno. Ed è proprio la sospensione della festa che probabilmente ha scatenato la reazione dei giovani "impegnati" a danneggiare beni e proprietà pubbliche.

«Ci si augura che i responsabili di quanto successo - ha concluso Occhi - prendano coscienza della gravità delle loro azioni; se così non fosse il cammino di formazione che hanno intrapreso li condurrà poco lontano e a riportarne le conseguenze, nuovamente, sarà l'intero paese».

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