Super, Sertori rilancia
l'ipotesi del traforo Mortirolo

Il numero uno di palazzo Muzio è convinto che la politica debba dedicarsi ad altro. Ad una condivisa e approfondita riflessione dedicata, per esempio, ai grandi corridoi internazionali del Mortirolo, della Mesolcina e dello Stelvio

SONDRIO Nessuno sguardo al passato, quanto piuttosto attenzione allo sviluppo futuro della Valle per il quale le infrastrutture viarie, a partire dai grandi corridoi internazionali, rappresentano un tassello fondamentale.


A mettere i puntini sulle i in questi giorni di disagi, polemiche e di facile dietrologia è il presidente della Provincia Massimo Sertori che come o più di altri si è battuto per la realizzazione della Statale 38, il cui primo tratto sarà inaugurato a breve. L'ultima data fornita parla di metà luglio.


Parte proprio da qui, il ragionamento del numero uno di palazzo Muzio.


«Il conto alla rovescia per l'inaugurazione del primo tratto della nuova 38 si avvicina - sottolinea - e, come è politicamente comprensibile, si assiste al consueto gioco delle parti. C'è chi si affanna nella corsa al merito, c'è chi, invece, veste i panni del detrattore, minimizzando così i benefici, in termini di sicurezza e velocità di collegamento, che i valtellinesi e i valchiavennaschi attendono da oltre 30 anni. Accetto ogni tipo di critica, ma mi sembra che non sia più tempo per queste considerazioni».


Semmai secondo Sertori, considerato che la nuova strada è indispensabile sì, ma non sufficiente, è il momento di guardare oltre per lo sviluppo futuro del territorio valtellinese nel suo complesso.


Portato a casa il primo fondamentale tassello della Statale 38 - «figlia della volontà politica degli uomini che in questi ultimi nove anni di sono succeduti alla guida del governo provinciale» specifica Sertori -, il numero uno di palazzo Muzio è convinto che la politica debba dedicarsi ad altro. Ad una condivisa e approfondita riflessione dedicata, per esempio, ai grandi corridoi internazionali del Mortirolo, della Mesolcina e dello Stelvio.


«La nuova viabilità valtellinese è in un certo senso propedeutica a tutto ciò che seguirà - sottolinea Sertori -, ma le sfide future impongono l'analisi, la pianificazione e la gestione di flussi di tutt'altra natura. I nuovi eventuali trafori saranno una via di transito e di collegamento fra la Valtellina e l'Italia con la Svizzera e il resto d'Europa. Di questo argomento la politica, a tutti i livelli, dovrebbe iniziare a interessarsi, senza affannarsi in questi pochi giorni prima dell'inaugurazione ad arrogarsi meriti o peggio ancora a sminuire un'opera che in ogni caso migliorerà la vita della nostra gente».


Ed è ancora Sertori, ricordando come siano stati i parlamentari della Lega Nord per primi a segnalare le fragilità della Superstrada dodici anni fa e affrontando i disagi legati alla chiusura della Monte Piazzo, a buttare sul tavolo della discussione un altro tema importante per il territorio e cioè la sopravvivenza dell'ente Provincia.


«Mi chiedo se senza la Provincia questa terra sarebbe stata in grado di ribadire le proprie necessità e legittimi diritti, di fare sintesi territoriale e di raggiungere anche l'obiettivo di costruire nuove e più sicure strade per la sua gente, le sue imprese e i milioni di turisti che ancora oggi scelgono le nostre Valli quali mete delle loro vacanze - butta lì Sertori -. Il mio auspicio è che in questa delicata fase tutti i parlamentari valtellinesi prendano le difese della Provincia».

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