Sondrio, morto carbonizzato
Il ricordo dei vicini e dell'Avis

Una tragedia difficile da accettare quella della quale è rimasto vittima venerdì mattina Franco Gentili, pensionato che viveva in via Lavizzari. All'origine del rogo che gli è costato la vita, ci sarebbe un banale cortocircuito

SONDRIO È morto investito dalle fiamme che si erano sviluppate nella sua casa, dopo aver avuto appena il tempo di chiedere disperatamente aiuto.

Una tragedia difficile da accettare quella della quale è rimasto vittima venerdì mattina Franco Gentili, pensionato che viveva in via Lavizzari. All'origine del rogo che gli è costato la vita, ci sarebbe un banale cortocircuito.

Classe '40, Gentili, per tutti "Pecio" aveva lavorato per una vita come operaio al cotonificio Fossati, ma da molti anni si godeva serenamente la pensione. 
Venerdì mattina dalle finestre del secondo piano del suo appartamento è stato notato del fumo, il cui odore si sentiva distintamente in tutta la zona del quartiere storico di Sondrio.

Subito sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco. Non ricevendo segnali dalla persona all'interno dell'abitazione, non hanno potuto fare altro che raggiungere la finestra del secondo piano con una scala per poi forzare l'apertura ed entrare nei locali, ormai abbondantemente anneriti e surriscaldati per l'incendio. È a quel punto che si sono resi conto che a terra giaceva ormai senza vita il corpo del padrone di casa.

Era evidente che per lui non ci fosse ormai più niente da fare. Mentre i pompieri si attivavano per domare il rogo e per bonificare i locali interessati dall'incendio, mettendoli in sicurezza, sul posto sono arrivati anche i Carabinieri ai quali spettano le indagini sull'accaduto. Ma in supporto sono arrivati gli uomini della Polizia di Stato e quelli della Polizia municipale. Per tutta la durata delle operazioni, la via Lavizzari è stata transennata e chiusa al traffico.

Appena è stato possibile, appena cioè l'interno dell'appartamento è diventato sufficientemente sicuro, anche il sostituto procuratore Giacomo Puricelli, il magistrato di turno in Procura che ha così potuto rendersi conto di persona della situazione.

Un intervento non semplice quello dei pompieri, tra i quali si è visto anche il funzionario Paolo Colicchio: nonostante le maschere e i respiratori, gli esperti del soccorso hanno dovuto fare i conti con un fumo particolarmente denso e con le temperature elevatissime sviluppatesi per il rogo.

Per sciogliere qualsiasi dubbio sulle cause del decesso, lo stesso magistrato ha anche disposto l'autopsia sul corpo della vittima. Sembra comunque sufficiente chiaro che ad ucciderlo sarebbero state proprio le fiamme, sviluppatesi all'improvviso per il corto circuito, che forse ha tentato di domare prima di esserne investito. Pecio era appena rientrato dopo aver fatto la spesa e aver dato una mano ad aiutare i titolari della vetreria sotto casa ad aprire la saracinesca.

La vicina di casa che ha dato l'allarme chiamando i Vigili del Fuoco ha spiegato agli inquirenti di aver riconosciuto distintamente la voce di Franco Gentili che urlava chiedendo aiuto proprio nel momento in cui si stava sviluppando l'incendio. Per questo tutti nel quartiere si sono resi conto immediatamente di quello che era appena successo.

L'Avis comunale di Sondrio, all'epoca presieduta dal presidente Fabrizia Vido, nel 2006 lo premiò per i trent'anni di attività durnate la quale fece ben 60 donazioni. Un gesto rivolto anche a gente che non conosceva, quindi ne aumentava  il valore. Oggi Sondrio piange questa figura molto riservata che aveva scelto  il capoluogo sia per il lavoro sia per restarci a vivere una volta terminata l'attività professionale.

Schivo, ma distinto, i vicini di casa via Lavizzari lo ricordano come uomo di poche parole, ma sempre cordiale. L'Avis oggi perde un uomo generoso che aveva saputo farsi  ben volere  fra i colleghi avisini. Tutti i riconoscimenti che  Gentili ha avuto in tanti anni da donatore sono pari al suo impegno  per l'associazione. L'Avis era la sua grande famiglia.

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