Azienda bloccata dal Pgt
Mainetti: "Va difeso chi assume"

La replica del presidente di Confindustria Sondrio: «Non possiamo correre il rischio di perdere aziende, le dobbiamo trattenere tutte. Ma è vero, la politica è completamente assente».

SONDRIO«Non possiamo correre il rischio di perdere aziende, le dobbiamo trattenere tutte. Ma è vero, la politica è completamente assente».

È un nuovo grido d'allarme quello di Paolo Mainetti, presidente di Confindustria Sondrio. Il titolare della Valtecne non conosce direttamente il caso Haemopharm, la società di Tovo, bloccata dal Pgt che non prevede l'ampliamento impedendo l'assunzione di altre 50 dipendenti, non aderisce all'associazione degli imprenditori. «Ma la dinamica è nota - osserva -. La nostra valle, terra di confine, corre un rischio altissimo di perdere imprese, in un clima tanto ostile per le aziende come quello attuale. Il nostro è un grido d'allarme, siamo veramente al "codice rosso"».

Il richiamo delle sirene della delocalizzazione è fortissimo per le multinazionali - il caso della Riello è esemplare -, ma anche realtà radicate nel territorio sono state costrette - vedi la Met - a spostare la produzione in Oriente per potere sopravvivere. Ora c'è anche la concorrenza di territori dove i salari sono più elevati, ma la burocrazia e la pressione fiscale non sono minimamente paragonabili ale nostre. Il più significativo è la Svizzera, non soltanto in Ticino, ma anche nel Cantone dei Grigioni che proprio in questo periodo si prepara ad accogliere nuovi investimenti stranieri nel manufatturiero e può contare su un comparto solido.

«Purtroppo la politica è completamente assente nei confronti del manufatturiero in Italia - ammette Mainetti con amarezza -. Le leggi degli altri Stati sono molto più vantaggiose, anche perché la classe dirigente ha compreso i benefici che derivano dalla presenza di industrie sul territorio. Il rischio di fuga riguarda anche settori con produzioni ad alto valore aggiunto. Abbiamo Paesi confinanti con costi molto inferiori a quelli italiani per energia elettrica e tasse, senza dimenticare la burocrazia. Ma così è dura. A questo punto speriamo che il governo ci permetta di continuare a lavorare e a investire qui». A livello locale, invece, secondo Mainetti «la politica ci deve ascoltare: servono aree industriali con servizi adeguati, per potere lavorare con i giusti presupposti».

La politica locale, almeno a livello di Comunità montana e Provincia, ha le idee chiare. E il presidente della Cm di Tirano Franco Imperial, impegnato anche nel ruolo di assessore provinciale al Lavoro, la pensa proprio come il presidente degli Industriali.

«Ho incontrato Gobbi Frattini - premette Imperial -. Oggi non ci possiamo permettere di lasciare andare via le aziende e non possiamo rinunciare al raddoppio di un'attività produttiva a Tovo Sant'Agata. La politica deve avere la capacità di superare i problemi tecnici con tutti gli accorgimenti. Siamo chiamati a sveltire le procedure che, attualmente, la burocrazia frena. Dobbiamo fare in modo di permettere di investire, in tempi brevi tra l'altro, agli imprenditori che hanno idee e progetti da sviluppare sul territorio».

Il polo del bio-medicale è una delle realtà più significative dell'industria valtellinese e può contare su un mix vincente di multinazionali e aziende locali. «Si tratta di imprese con produzioni di alta gamma, tecnologie innovative e salari significativi. La Svizzera è vicinissima, in Ticino si fanno salti mortali per conquistare le aziende. Questo segnale forte non deve essere sottovalutato».

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