Homepage / Sondrio e cintura
Martedì 16 Aprile 2013
Abusi sui bambini
Le denunce a Sondrio
In occasione della presentazione del progetto, Elvira Antonelli, sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Sondrio, e Claudio Marcassoli, psichiatra e criminologo forense, hanno illustrato lo studio sull'abuso sessuale con la casistica in provincia di Sondrio dal 1996 al 2012
Sono i dati emersi durante la conferenza di presentazione del service di zona dei Lions della provincia dedicato quest'anno a prevenire gli abusi sui minori ed ad aiutare i bambini.
In occasione della presentazione del progetto, Elvira Antonelli, sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Sondrio, e Claudio Marcassoli, psichiatra e criminologo forense, hanno illustrato lo studio sull'abuso sessuale con la casistica in provincia di Sondrio dal 1996 al 2012.
La premessa che entrambi i relatori hanno fatto è che il 75 per cento dell'abuso sfugge, solo il 25 per cento viene denunciato, riconosciuto e perseguito. La criminalità reale, dunque, è costituita da una criminalità ufficiale e da quella nascosta, il cosiddetto "numero oscuro".
La metodologia usata ha previsto la lettura e lo studio di 165 fascicoli del pubblico ministero relativi a più di 190 vittime. Il 32 per cento delle fonti della notizia di reato è costituito dai genitori, mentre il 21 per cento dalle forze dell'ordine, il 16 per cento dalle vittime, il 10 per cento dall'Asl e il 5 per cento dal tribunale. L'età delle vittime è per l'84 per cento minori di 14 anni, il 12 per cento ha 16-17 anni, il 4 per cento 14-15, mentre il 78 per cento delle vittime sono femmine, il 22 per cento maschi. L'abusante ha fra i 40 e i 49 anni per il 29 per cento oppure fra i 30 e i 39 anni per il 26 per cento; per il 16 per cento ha fra i 18 e i 29 anni e per il 13 per cento fra i 50 e i 59 anni.
L'abusante è per lo più maschio (162 casi), le femmine sono state solo 3. Nel 25 per cento dei casi non è nota la professione, per il 21 per cento è operaio e per il 14 per cento disoccupato.
In controtendenza rispetto al trend nazionale è la relazione fra abusante e il minore: in Valle nel 48 per cento dei casi c'è stato un rapporto intrafamigliare, ovvero chi abusa del bambino è per lo più il padre, poi un famigliare e in rari casi il convivente del genitore. Quando l'abusante è il coniuge l'altro tende a coprirlo per soggezione o minorazioni. E spesso la conflittualità famigliare è alla base del reato. Per il 52 per cento è una persona al di fuori della famiglia. Nel 50 per cento dei casi chi abusa non ha precedenti.
Dei 165 procedimenti penali presi in considerazione il rinvio a giudizio ha riguardato il 45 per cento, il 20 per cento sono stati archiviati, per il 24 per cento le indagini sono ancora in corso, l'11 per cento è stato trasmesso per competenza (ad esempio nel caso del trasferimento di residenza). I risultati finali vedono per il 52 per cento condanne ottenute con giudizio abbreviato, in pochi casi con patteggiamento e appelli.
«Tutti ci rendiamo conto di come un bambino, su cui si è abusato, sia un bambino a metà. Allora cerchiamo di ristabilire l'equilibrio». Il sostituto procuratore della Repubblica di Sondrio, Elvira Antonelli, ha parlato fermamente ma con tutta la delicatezza che l'argomento impone, dell'indagine da lei condotta con Claudio Marcassoli sull'abuso sessuale sui minori negli ultimi 16 anni in provincia.
«Oltre agli abusi in famiglie, c'è una gran fetta di abusi via web, che sta cominciando a prendere sempre più piede - ha detto Antonelli -. Secondo le ultime norme, l'abuso sessuale da delitto con la liberà sessuale è diventato delitto contro la libertà personale. Inoltre oggi sono considerati minori tutti i minori di 18 anni, senza differenza. Dal 23 ottobre 2012 la legge ha esteso la tutela contro il reato di prostituzione minorile e di pornografia minorile, una piaga contro cui si combatte».
E ha aggiunto: «A volte si pensa che bastino la Procura e la polizia giudiziaria per terminare i lavori di tutela del minore. Non è vero, tutti siamo pm di fronte ad un minore: il famigliare, l'inquilino, l'educatore, il prete, il medico, chiunque è in grado di carpire elementi che portino a pensare ad un maltrattamento o ad un abuso nei confronti del minore». Il bambino viene ascoltato con la presenza di personale specializzato e con consulenze tecniche. Molti bambini si esprimono attraverso disegni che vengono valutati, perché i bambini attraverso i disegni parlano.
«Una parte del bambino abusato muore per sempre», ha detto Marcassoli classificando gli abusi in incuria (quando non vengono garantite le cure per lo sviluppo psicofisico, ma non per povertà), l'abuso fisico (percosse, ustioni, scuotimenti), l'abuso psicologico (atti di omissione o azioni dannose che compromettono lo sviluppo affettivo e psicologico del bambino) e sessuale (ogni contatto sessuale fra adulto e bambino è un abuso, non esiste minorenne consenziente).
«Il trauma dell'abuso sessuale - ha affermato - distrugge alcune sicurezza del bambino, il senso di invulnerabilità del sé e l'autostima».
© RIPRODUZIONE RISERVATA