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Domenica 14 Aprile 2013
Albosaggia contro il Patto
Sindaco pronto a dimettersi
Andare avanti. Continuando a realizzare nuove opere oppure terminare quelle in corso, con nuovi appalti nel rispetto del patto di stabilità. Questo vuole fare il sindaco di Albosaggia. Lo ha detto a chiare lettere ai "dipendenti-tecnici" del suo Comune
Questo vuole fare il sindaco di Albosaggia. Lo ha detto a chiare lettere ai "dipendenti-tecnici" del suo Comune. Ai responsabili dei servizi del municipio orobico - dall'ufficio di Ragioneria a quello dei Tributi fino all'ufficio Tecnico -, convocati giovedì dal primo cittadino. Saranno gli uffici che dovranno studiare tecnicamente la via d'uscita, ma «se non me lo lasceranno fare, se non potrò fare nuovi lavori, ho decio: mi dimetto, me ne vado. Credo di non essere stato eletto per stare in municipio a fare niente».
Il tono - molto vicino a quello della provocazione - è di Graziano Murada, e riflette una linea che il primo cittadino di Albosaggia intende mettere in atto, in modo trasparente ma determinato: «Voglio continuare ad appaltare interventi alle imprese locali nel rispetto del patto di stabilità che non vieta - sottolinea - di indire nuovi appalti». Ma come lo farà, se ci sarà il sigillo di chi sovrintende ai servizi comunali sotto il profilo finanziario? «Allungando i pagamenti - la risposta di Murada -. Pagheremo le opere che si andranno a realizzare quando potremo farlo, quando i fondi saranno disponibili».
Un ragionamento quello del sindaco orobico che parte da un dato di fatto: «Ci sono 90 miliardi di debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese italiane. Novanta miliardi non sono poca cosa e sono qui sotto gli occhi di tutti: ciò significa che, giustamente, in altre realtà d'Italia, Nord compreso, hanno sempre appaltato e continuato a lavorare». Centri e città italiane, già soggette negli anni scorsi al patto di stabilità, vincolo diventato operativo solo da quest'anno anche nei Comuni con meno di 5.000 abitanti, tra cui anche ad Albosaggia e nella stragrande maggioranza dei Comuni di Valtellina e Valchiavenna.
«Io non voglio essere corresponsabile di questa disfatta dell'Italia e delle imprese italiane - prosegue come un fiume in piena Murada -. Sono convinto che per un'impresa sia meglio poter continuare a lavorare, evitando di licenziare. Meglio pagamenti lunghi che tirar giù per sempre la saracinesca».
Economicamente parlando, stando a quanto previsto dal patto di stabilità, il Comune di Albosaggia nel 2013 potrà investire 70mila euro in opere pubbliche: «Con 70mila euro di spesa cosa potrei fare? Praticamente nulla. Non si può realizzare niente di nuovo e si devono bloccare le opere in corso. Questa è follia».
Murada è consapevole che dovranno essere i responsabili dei servizi comunali ad «individuare la strada da seguire per evitare il blocco delle opere pubbliche. La verità è che il vero potere è in mano ai burocrati e ai funzionari: se non mi lasciano raggiungere questo obiettivo non mi resta che andarmene» ribadisce convinto. Difficile ora precisare le operare che potranno essere messe in cantiere: «Bisognerà fare delle analisi con il mio gruppo di governo e valutare se andare in appalto con almeno due o tre opere nuove oppure se portare a termine alcune di quelle in corso», come ad esempio la strada Segrada-Moia, intervento sul quale il Comune ha investito circa un milione di euro.
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