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Giovedì 11 Aprile 2013
Vinitaly rilancia il vino di Valle
"Ora offerta inferiore alla domanda"
«L'interesse per il vino di Valtellina è tale che, fra un po', se non investiremo adeguatamente, potremmo mancare del prodotto necessario per far fronte alla richiesta». Parola di Alberto Marsetti, presidente Coldiretti Sondrio e titolare dell'omonima casa vinicola sondriese che ha sfornato la prima bottiglia nel 1989 e che partecipa al Vinitaly dal 1993.
SONDRIO «L'interesse per il vino di Valtellina è tale che, fra un po', se non investiremo adeguatamente, potremmo mancare del prodotto necessario per far fronte alla richiesta».
Parola di Alberto Marsetti, presidente Coldiretti Sondrio e titolare dell'omonima casa vinicola sondriese che ha sfornato la prima bottiglia nel 1989 e che partecipa al Vinitaly dal 1993.
Marsetti entra nel problema. Sempre che di problema si tratti, considerato che muove da un dato del tutto positivo qual è l'interesse crescente dei mercati nazionale e internazionale verso il nostro Nebbiolo di montagna. «Vengo al Vinitaly da vent'anni - insiste Marsetti - ci ho investito molto, però, soprattutto negli ultimi dieci anni, ho avuto un grosso ritorno. È un discorso che vale per tutti perché questa è stata e continua ad essere una grande vetrina nonostante la crisi».
Oltre 120mila i visitatori totali in quattro giorni alla rassegna veronese e di 25mila ingressi nella "piazza Valtellina", lo stand che ha radunato, fino a ieri, 22 produttori di vino valtellinesi, affiancati da maitre della ristorazione locale, dalle produzioni tipiche doc e di eccellenza e, la novità, dalle proposte benessere dei nostri centri termali.
«Tutti insieme, facciamo massa e rappresentiamo il territorio e lo vendiamo, perché, questo è il punto, vendere il prodotto Valtellina - dice Marsetti -. E il vino di Valtellina piace. A stranieri, sì, ma anche a italiani. E' arrivato di tutto di più nel nostro stand, magari meno curiosi come lo scorso anno, e più gente veramente interessata. Per questo dico che siamo a un punto di svolta. Per questo insisto sulla necessità di attrezzarci per saper rispondere alle richieste del futuro. Perché sono in aumento e non dobbiamo farci trovare impreparati, senza bottiglie di buon vino da piazzare. Occorre investire sui terrazzamenti, spingere per la nascita di nuovi vinificatori, apprezzare, in questo senso, lo sforzo dei nuovi piccoli vignèron che vengono avanti, di chi coltiva e fa rinascere appezzamenti di terreno vitato».
Perché il nostro vino, il Nebbiolo di montagna, piace. Ed è questo un punto d'orgoglio per Mamete Prevostini, presidente del Consorzio Tutela Vini di Valtellina e titolare dell'omonima casa vinicola di Mese, che più rimarca il concetto e più si trova a doverlo rimarcare alla luce della reazione del mercato.
«C'è un interesse crescente, il nome della Valtellina sta entrando nel comune parlare degli appassionati di vino di tutto il mondo - afferma soddisfatto Prevostini -. Perché la qualità, è inutile, c'è».
«Il nostro è un vino elegante, fine, piacevole alla beva, "serbevole", si dice in gergo. Per cui, non solo si fanno nuovi contatti, ma si consolidano anche quelli fatti in passato, sia con operatori italiani sia stranieri. Di tutta Europa, la Svizzera, in primis, ma anche Germania, Olanda, Inghilterra, Danimarca, Paesi Scandinavi, e, poi, Usa, con punte di interesse pure fra giapponesi, cinesi e indiani. Senza, con ciò, voler sminuire l'interesse del mercato italiano che, pure, c'è perché in molti si stanno accorgendo che il nostro vino è "decollato" e si può abbinare a più piatti, non solo a quelli tipici di casa nostra».
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