Inchiesta sulla sanità
Gianola resta in carcere

L'accusa di corruzione non è decaduta e i giudici del Tribunale del Riesame di Milano hanno ritenuto sussistere le ragioni che lo hanno condotto a San Vittore

SONDRIO Resta in cella Luigi Gianola, 65 anni, direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna. L'accusa di corruzione non è decaduta e i giudici del Tribunale del Riesame di Milano hanno ritenuto sussistere le ragioni che lo hanno condotto a San Vittore. Arrestato il 19 marzo scorso, si è dichiarato «vittima di un millantatore», ma le sue dichiarazioni e quelle rilasciate dall'amico giornalista Boriani non lo hanno aiutato.

Stando all'ordinanza di carcerazione Gianola avrebbe accettato la promessa di una tangente da 500mila euro per l'appalto (da quasi nove milioni) bandito dall'azienda sondriese per digitalizzare i referti. Gli viene anche contestato di aver intascato 5mila euro, fatto quest'ultimo chiarito da colui che lo ha inguaiato.

Secondo gli avvocati di Gianola non ci sarebbero i presupposti per una misura cautelare, e neppure quelli del reato contestato al manager, ma evidentemente le ulteriori indagini depositate dal Pm non hanno deposto a favore di Gianola a cui ora non resta che presentare ricorso in Cassazione oppure fare istanza di un nuovo interrogatorio o di revisione della misura cautelare.

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