Caso Cotelli, la denuncia di Rocca
"Un'altra sconfitta per la Valle"

Marco Rocca, presidente del settore Turismo di Confindustria Sondrio, livignasco e amministratore della società Mottolino, ha le idee chiare rispetto alla situazione che si è venuta a creare lungo il percorso della definizione delle strategie del turismo provinciale

Sondrio - Marco Rocca, presidente del settore Turismo di Confindustria Sondrio, livignasco e amministratore della società Mottolino, ha le idee chiare rispetto alla situazione che si è venuta a creare lungo il percorso della definizione delle strategie del turismo provinciale.

«Non ho ancora sentito direttamente Cotelli - dice -, però, in base a quanto ho appreso dai giornali, direi che possiamo parlare di una sconfitta del turismo valtellinese che non riesce a fare sintesi su un progetto di rinnovamento del settore e, questo, probabilmente per colpa degli stessi operatori e per colpa della politica».

Poche parole dette tutte d'un fiato. Ma c'è dell'altro. «Dopodiché - prosegue Rocca, che ben conosce il presidente dimissionario - credo sia anche normale ipotizzare che lo stesso Cotelli non abbia voluto impegnarsi sul lungo termine e, a due anni dall'avvio dell'operazione, si sia reso conto di aver incontrato più difficoltà del previsto e, soprattutto, non abbia trovato alcun appoggio. Del resto, la sua non deve essere considerata una sconfitta personale, perché la missione che aveva assunto era molto impegnativa e, soprattutto, tale da implicare un passaggio culturale, di mentalità, direi, innanzitutto, fra gli operatori del turismo. Qui ci deve essere un impegno generale, altrimenti non c'è Cotelli che tenga. E, poi, - insiste Rocca - a mancare è anche una pianificazione strutturata, a medio-lungo termine, della politica turistica provinciale. Delle linee guida, chiare, che indichino agli operatori dove si voglia andare a parare. Poi, si discute, si mette a punto».

Qualche appunto, invero, Rocca lo muove anche a Cotelli per quanto ne riconosca la provata competenza nel settore. «Lo conosco e lo apprezzo - dice il manager - in quanto l'ho visto al lavoro anche a Livigno e ha sempre operato seriamente, mettendo a frutto la sua vasta esperienza nel campo. E' che, purtroppo, lui è un gran teorico, ma manca un po' sul passaggio all'atto pratico. Diciamo che sulla preparazione in argomento nessuno discute, ma, poi, quando bisogna mettere la teoria in pratica è più difficile. Bisogna anche scontrarsi con le esigenze, piccole e grandi, degli operatori e mediare, in qualche modo. E Cotelli ha tentato di farlo tant'è che ha riunito anche alcune volte, all'inizio, gli operatori del settore per tastare il terreno dentro la Dmo. Ricordo che ho partecipato anch'io a due incontri, poi, però, la cosa è rimasta lì, sospesa, non sono uscite determinazioni chiare da questi confronti diretti».


E secondo Rocca può aver giocato a sfavore di Cotelli anche il suo approccio verso gli operatori privati talvolta fin troppo schietto.


«Per quanto mi riguarda - dice - non ho problemi perché ho sempre preso con spirito costruttivo le critiche di Cotelli. Però, immagino e temo che non tutti reagiscano allo stesso modo, ad esempio, rispetto a articoli d'opinione che di tanto in tanto escono sui giornali a sua firma. Perché il suo modo di riferirsi in argomento è molto diretto e viene percepito come una critica, una contestazione, un voler mettere alla gogna a tutti i costi gli operatori privati che, magari, se ne risentono. Ecco, forse, se posso permettermi di muovere un appunto a Cotelli è che, in un contesto più politico, come la Dmo, forse è necessaria un po' di diplomazia in più».

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