Melavì, la storica fusione
Tre coop, un solo marchio

Un'operazione concreta. Il settore ortofrutticolo fa scuola e, in un momento in cui si parla di fare sistema, si unisce per combattere la crisi, per aggredire il mercato in modo coeso e, dunque, per rendere più redditizio l'impegno di chi, tutti i giorni, è nei campi a coltivare i meleti

Sondrio - Un'operazione concreta. Il settore ortofrutticolo fa scuola e, in un momento in cui si parla di fare sistema, si unisce per combattere la crisi, per aggredire il mercato in modo coeso e, dunque, per rendere più redditizio l'impegno di chi, tutti i giorni, è nei campi a coltivare i meleti.

Parte da qui, dalla data del 23 marzo con la firma dell'atto di fusione delle tre cooperative storiche valtellinesi in Melavì, una vera svolta storica nel sistema economico del territorio: la cooperativa ortofrutticola di Ponte, operativa da 60 anni, la cooperativa frutticoltori Villa di Tirano presente da più di 50 anni fra Bianzone, Villa e Teglio e la cooperativa ortofrutticola Alta Valtellina, costituita nel 1979 e attiva nelle quote più elevate, da Tirano a Mazzo, oggi sono un'unica grande forza economica e competitiva.

Il risultato è oggi un'unica realtà sul territorio con 1.150 soci, di cui attivi e conferenti circa 700 e con 130 persone che quotidianamente vi lavorano.

Il prodotto commercializzato dal marchio collettiva Melavì è la mela tipica e di qualità coltivata nelle terre valtellinesi per un totale di 30mila tonnellate gestite annualmente dai tre stabilimenti di produzione e che ora fanno parte tutti della società agricola Melavì, società consortile per azioni nata nel 2004, poi trasformata in consorzio di cooperative nel 2009.

Una nuova sfida, dunque, per essere più competitivi sul mercato con maggiore produzione, una migliore commercializzazione, una riduzione dei costi di gestione per dare più sicurezza e respiro alle aziende, la maggior parte delle quali sono formate da lavoratori part time (per i quali la frutticoltura rappresenta un'integrazione del reddito) e dai professionisti.

Il comparto è rappresentato da aziende professionali con dimensioni variabili dai tre fino ai dieci ettari, forti investimenti in macchinari e attrezzature, con ricorso nella manodopera stagionale, soprattutto per le operazioni di raccolta.

Il prodotto viene commercializzato già a livello nazionale, fatta eccezione per un 5 per cento circa destinato al mercato estero.

Si tratta ora di "piazzarlo" con un maggior vantaggio per i soci Melavì. A livello italiano il 60 per cento del prodotto viene commercializzato dalla grande distribuzione organizzata con la quale «è necessaria - dice il presidente Melavì, Gian Luigi Quagelli - una continua e costante collaborazione per raggiungere lo scopo finale: la piena soddisfazione del consumatore, sempre più attento non solo alla qualità del prodotto, ma anche alla convenienza dello stesso per non pregiudicare le abitudini alimentari sul consumo dei prodotti ortofrutticoli».

Quagelli ha ricordato - ieri alla firma ufficiale della fusione avvenuta nella sede legale di Ponte (la sede amministrativa è a Tovo) - che la mela di Valtellina ha ottenuto il riconoscimento comunitario Igp che valorizza lo sforzo dei frutticoltori. L'iter è iniziato nel 2002, nel 2005 è stato approvato il disciplinare di produzione, nel 2006 è stata concessa la protezione transitoria. Oggi, con regolamento della Commissione del marzo 2010, l'Europa ha iscritto la mela nel registro delle denominazioni protette e delle indicazioni geografiche protette.

I volumi di fatturato realizzati da Melavì - che nell'ultimo quadriennio ha realizzato importanti investimenti per oltre 9 milioni di euro - negli ultimi tre anni oscillano tra i 20 e i 30 milioni di euro: per le mele 17-20 milioni di euro, per il succo di mela circa 200mila euro, la vendita agli spacci aziendali 500mila euro, i prodotti per la gestione delle aziende agricole dei soci 2 milioni e 500mila euro, i servizi alle aziende agricole 200mila euro e le vendite al punto vendita affiliato Conad 3 milioni e 500mila euro.

A questo punto i primi passaggi, che andranno fatti nel giro di breve tempo, sono organizzare un'unica sala di lavorazione e un unico centro di amministrazione targato Melavì. Poi tutta la macchina, la nuova struttura è pronta a lanciare e raccogiere la nuova sfida sui mercati.

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