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Giovedì 21 Marzo 2013
La fiction sul K2 non piace
Protesta dell'Alta Valle: non credibile
All'Alta Valle non è piaciuta soprattutto la seconda parte di "K2, la montagna degli italiani" e non solo per come viene descritto Achille Compagnoni, ma anche per gli attori poco credibili
Valfurva - All'Alta Valle non è piaciuta soprattutto la seconda parte di "K2, la montagna degli italiani" e non solo per come viene descritto Achille Compagnoni, ma anche per gli attori poco credibili, per le riprese a volte un po' troppo artefatte, per quella fatica degli alpinisti che non ha bucato il video, che non è riuscita a raggiungere i telespettatori.
A molti è sembrata più una fiction che una storia di montagna ed i dati auditel confermano questo pensiero: se la prima sera il film aveva vinto su tutti, così non è stato per la seconda serata. Quello che ha colpito maggiormente è stato il ritratto fatto a Compagnoni, arrivista che non esitò a lasciar dormire Walter Bonatti all'addiaccio ad 8.000 metri pur di raggiungere la cima. E se è pur vero che il film ha tratto ispirazione dalla versione di Bonatti (riconosciuta dal Cai nel 2004, esattamente cinquant'anni dopo la conquista del K2, come quella veritiera), probabilmente ci sarebbero stati altri mille modi per presentarla al pubblico.
E a nulla vale la didascalia finale del film nella quale si ricorda che, soprattutto per quanto riguarda le vicende personali, il film si è ispirato anche alla fantasia: oramai il danno era stato fatto.
Dopo la prima serata, alcuni a Valfurva avevano riconosciuto che "aveva fatto effetto" sentire il proprio cognome in televisione, ma dopo la seconda a quel brivido di emozione provata si è sostituito un po' di imbarazzo. In Valfurva abitano ancora alcuni parenti di Compagnoni la cui figura ha brillato sì in cima alla vetta, ma non nei rapporti umani. E anche i parenti di Bonatti, che nel film ha visto riconosciuto il proprio ruolo come determinante per la conquista della vetta, non hanno apprezzato il film.
«Purtroppo è stata resa "piccola" anche la più grande impresa dell'alpinismo italiano» hanno affermato in una dichiarazione congiunta Rossana Podestà (compagna di Walter Bonatti), Luigi Zanzi (uno dei "tre saggi" della relazione Cai del 2004) e <+nero>Reinhold Messner<+tondo> (alpinista). Una miniserie, si legge nella dichiarazione, «può liberamente proporsi di integrare con invenzioni l'evocazione di una persona: ma è inaccettabile che giunga a renderne grottesca, risibile e contraria al vero l'immagine, come nel caso di Bonatti, che risulta opposta a quella autentica».
Agostino da Polenza, con alle spalle l'organizzazione di ben quattro spedizioni sul K2, ha scritto: «Poteva essere molto meglio, ma come dice il mio amico Mario Lacedelli, è solo una fiction, non vale agitarsi troppo, anche se Lino era un "bue" per la forza fisica e un "mulo" per determinazione, non certo il piagnucoloso personaggio che la fiction ci ha presentato».
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