Sanità, tangenti in Valle
L'appalto "saltato" e poi il ricorso

Non avevano esitato a manifestare la loro euforia lanciandosi in esternazioni telefoniche del tipo "siamo in pole position", facendo riferimento all'offerta presentata per la gara d'appalto, ma evidentemente hanno festeggiato troppo presto

Sondrio - Non avevano esitato a manifestare la loro euforia lanciandosi in esternazioni telefoniche del tipo "siamo in pole position", facendo riferimento all'offerta presentata per la gara d'appalto, ma evidentemente hanno festeggiato troppo presto.

Il tanto agognato appalto per la digitalizzazione degli esami diagnostici dell'Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna alla fine non l'hanno vinto loro, ma si sono piazzati al secondo posto.

L'associazione temporanea di imprese composta dalla G.E. Medical System Italia spa e dalla Hermex Italia srl, azienda che fa riferimento alla famiglia dei Lo Presti (in carcere sono finiti il padre Giuseppe e i figli Massimiliano e Gianluca) non è riuscita infatti a vincere la gara da 8 milioni e 950 mila euro a cui avrebbero partecipato promettendo una mazzetta (salvo buon fine) da mezzo milione di euro a Luigi Gianola, direttore generale dell'azienda ospedaliera, anche lui in carcere da martedì con l'accusa di corruzione.

No ve l'hanno fatta, insomma, perchè il 23 gennaio scorso, l'Azienda ospedaliera ha deliberato l'aggiudicazione dei lavori alla Gidea Alta Tecnologica srl che ha partecipato al bando insieme alla Emme Esse srl.

Sei in tutto i verbali stilati dalla commissione aggiudicatrice composta da Renato Paroli, responsabile del procedimento, Massimo Piliego (presidente del dipartimento diagnostica per immagini),Gianmarco Schena (direttore della radiologia di Sondrio, Morbegno e Chiavenna), Antonino Andaloro; il direttore tecnico patrimoniale Cristiano Zanesi e dal dottor Giuseppe Barteselli del San Gerardo di Monza.

Al 20 dicembre scorso, due offerte erano state escluse in quanto non idonee, mentre in lizza erano rimaste la Ge Medical System assieme alla Hermex (oggi inquisite) e la Gidea Alta Tecnologia che con la Emme Esse ha ottenuto un punteggio finale di 98,21 contro i 91 dei concorrenti, grazie alle maggiori garanzie fornite sotto il profilo tecnico e qualitativo, mentre sotto l'aspetto economico sono risultati più alta rispetto a quella della Ge Medical System-Hermex che comunque non si è arresa ed ha presentato ricorso al Tar di fronte al quale la commissione ospedaliera ha subito presentato opposizione.

Stando all'indagine in corso e alle accuse che hanno portato Gianola in carcere, «il direttore generale - citiamo testualmente dall'ordinanza di custodia cautelare - riceveva e comunque accettava la promessa di una somma di denaro non inferiore ai 500mila euro, nonché si faceva consegnare ulteriori 5mila euro... per il compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio posti in essere dal pubblico ufficiale (Gianola, ndr) al fine di assicurare un indebito trattamento di favore nei confronti delle aziende Hermex Italia, Ge Medical System e Bs Biotecnologie, nell'ambito della valutazione dei requisiti di ammissione, valutazione e aggiudicazione da effettuarsi nella procedura di gara d'appalto indetta il 31 maggio del 2012», ovvero la gara per la digitalizzazione dei refererti ospedalieri.

Ma cosa avrebbe fatto Gianola per finire in carcere? Due le contestazioni. La prima riguarda un "paletto" che originariamente era stato previsto nel bando e che Gianola si sarebbe attivato per far rimuovere, eliminando così uno degli ostacoli che avrebbe impedito alla famiglia dei Lo Presti di partecipare al bando di Sondrio.

Il bando aveva infatti ritenuto indispensabile un sopralluogo delle strutture ospedaliere ma «con delibera assunta il 9 agosto del 2012 veniva modificato il regolamento nel senso che "il sopralluogo obbligatorio è da ritenersi facoltativo e la non partecipazione allo stesso o il non inserimento nei documenti a corredo della gara del verbale di sopralluogo non dà luogo all'esclusione della società"».

In questo modo - stando all'accusa - Gianola avrebbe determinato un «intenzionale ed oggettivo trattamento preferenziale alle aziende indagate tale da determinare la non esclusione dalla gara». Seconda contestazione: l'aver prorogato i termini del bando per ben due volte. Prima al 31 agosto e poi al 10 settembre «così consentendo ed illegittimamente agevolando la partecipazione delle aziende al procedimento di gara laddove era originariamente stabilito quale termine ultimo per la presentazione delle offerte il 10 agosto 2012.

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