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Sabato 09 Marzo 2013
Province, riparte la battaglia
Si inizia dal taglio dei piccoli
«Rivisitare tutto il sistema Stato a partire dalla semplificazione dei troppi enti intermedi esistenti». In modo cioè da avere una realtà, di peso in fatto di competenze, tra Regione e Comuni
Sondrio - «Rivisitare tutto il sistema Stato a partire dalla semplificazione dei troppi enti intermedi esistenti». In modo cioè da avere una realtà, di peso in fatto di competenze, tra Regione e Comuni.
Passata la sfuriata elettorale, pur con tutti i pesanti strascichi rimasti sul campo in fatto di governabilità del Paese, la politica, quella degli amministratori, torna ad occuparsi del riordino istituzionale. Lo ha fatto ieri il direttivo dell'Unione delle Province lombarde, presieduta da Massimo Sertori, che si è riunito a Milano alla presenza anche del presidente dell'Upi - dalla quale l'Upl si era chiamata fuori - Antonio Saitta.
Un tema quello del riassetto che era stato tra i più gettonati prima della campagna elettorale e che ora torna prepotentemente al centro del dibattito. Non un caso visto che la cancellazione delle Province, attraverso il corretto percorso costituzionale, è tra gli otto punti programmatici proposti da Bersani e perché lo stesso Grillo, al quale il leader del Pd si rivolge, ne ha fatto uno dei propri cavalli si battaglia, senza dimenticare che per primo il governo Berlusconi, appoggiato dalla Lega, propose - perché nel programma elettorale - l'abolizione delle Province.
Senza dimenticare che la riforma proposta dal governo Monti, che prevedeva l'accorpamento delle Province e che aveva "salvato" Sondrio per le sue caratteristiche montane, è congelata almeno fino alla fine dell'anno, che ancora non c'è all'orizzonte un governo e che, in ogni caso, se anche dovesse passare l'idea della riforma costituzionale ci vorrebbeo dagli 8 ai 10 mesi. Insomma tutti i presupposti per dire che è il momento di tornare a discuterne.
«Bisogna assolutamente ragionare non solo di riordino o eliminazione delle Province ma di rivisitazione di tutto il sistema dello Stato» perché «un sistema istituzionale efficiente e capace di offrire servizi adeguati ai cittadini non può prescindere dall'esistenza di enti intermedi in grado di dialogare con il territorio».
Le parole del presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e del presidente Sertori spiegano bene il clima della riunione di ieri a palazzo Isimbardi.
Un incontro dal quale, fatto il punto della situazione attuale, è emersa la necessità di rivedere in particolare «i 4.500 enti intermedi, come le Unioni dei Comuni, le Comunità montane, gli enti parco - come ha spiegato Podestà -, tutte queste sono funzioni che vanno riportate ad un ente intermedio, che lo si chiami Provincia o in un altro modo». Un tipo di riordino che consentirebbe, secondo gli amministratori, un risparmio effettivo di 5/6 miliardi di euro l'anno cosa che, a differenza della manovra propspettata rappresenterebbe una effettiva riduzione dei costi e un miglioramento in termini dei servizi ai cittadini.
E proprio per certificare la bontà della proposta, anche in termini economici, l'Upl ha condiviso la necessità di fare una fotografia dello stato di fatto. «Presidiare il futuro delle Province e dei loro servizi alla comunità è una battaglia giusta e doverosa - conclude Sertori -. Altra questione è considerare alla stessa stregua tutte le Province: non sono tutte ugualmente utili e ben gestite».
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