Caspoggio, sindaco lascia
«Sono alla saturazione»

Subito interpellato, il sindaco, Diego Negrini,è apparso stanco e rassegnato. «Il nostro Comune è al palo, finanziariamente non ci sono possibilità di manovra e i vincoli normativi aumentano di giorno in giorno. Cosa possiamo fare, ormai? Forse è meglio azzerare questa amministrazione»

CASPOGGIO - A un anno dal termine naturale della legislatura, Diego Negrini, sindaco di Caspoggio, ha deciso di lasciare. Una scelta condivisa con il suo gruppo, annunciata proprio l'altra sera, giovedì, anche ai colleghi di Chiesa, Miriam Longhini, e di Lanzada, Marco Negrini, ma giunta del tutto inaspettata ai cittadini di Caspoggio e ai consiglieri di opposizione del Comune. Sia Danilo Bruseghini, capogruppo di "Caspoggio solidarietà e sviluppo, Danilo sindaco", sia Arif  Negrini, capogruppo di "Caspoggio insieme", hanno saputo della decisione del sindaco di dimettersi esattamente alle 11.50 di venerdì, poco prima che venisse resa pubblico l'annuncio della convocazione del consiglio comunale straordinario, fissato per domenica alle 21.

Subito interpellato, il sindaco, Diego Negrini,è apparso stanco e rassegnato. «Sono ormai arrivato alla saturazione completa - ha ammesso con un tono di voce che non dava adito a dubbi -, ormai non ho più nemmeno la pazienza di seguire con l'attenzione che meritano tutti gli impegni che questo ruolo richiede, tanto più che non si vedono i risultati di tutto un lavoro che viene fatto. Il nostro Comune è al palo, finanziariamente non ci sono possibilità di manovra e i vincoli normativi aumentano di giorno in giorno. Cosa possiamo fare, ormai? Forse - spiega Negrini - è meglio azzerare questa amministrazione e dare un'opportunità al paese di ripartire. Può essere l'occasione per smuovere le acque e dare la possibilità alla gente di uscire dal torpore in cui si trova per ricominciare con rinnovato entusiasmo».

Entusiamo, appunto. Quello che il sindaco, ormai, pare aver perso anche in ragione delle difficoltà di gestione della macchina comunale incontrate in questi quattro anni, dal giugno del 2009 ad oggi, durante i quali Caspoggio ha vissuto parecchi momenti difficili, sia sul piano strettamente economico, sia a livello politico. Ultima in ordine di tempo la questione della chiusura del comprensorio sciistico caspoggino e della seggiovia durante le festività natalizie e per tutta la stagione invernale. Anche se, il sindaco dimissionario non rimanda strettamente a questo fatto la sua decisione di dimettersi.

«Rispetto al problema impianti ho consegnato questa settimana alla giunta dell'Unione la delibera adottata dall'ultimo consiglio straordinario - sottolinea -, in modo che la possano sottoporre agli organi superiori per arrivare ad ottenere il consenso e i contributi economici necessari. Penso che sia una questione che possa procedere indipendemente dal fatto che sia io il sindaco o altri, anche perché quello degli impianti di Caspoggio è un problema di tutta la Valmalenco. Per il resto, le mie dimissioni sono proprio dovute all'impossibilità di andare avanti oltre».

Lo stesso gruppo, a livello di giunta, vede coinvolte persone - precisa l'ormai ex sindaco di Caspoggio - che non hanno «più lo stesso tempo di prima per portare avanti il lavoro, per cui tutto diventa sempre più pesante. Per cui, piuttosto che "tirare a campare" ancora un anno in questo modo, è meglio andare subito ad elezioni. Al proposito ho chiamato in Prefettura e mi hanno detto che se mi dimettevo entro il 3 febbraio si poteva andare alle urne già a maggio, insieme a Chiesa. Per cui ho proceduto in questo senso». Di qui l'accelerazione della "resa", tant'è che neppure le opposizioni ne erano a conoscenza, né sono state informate nell'incontro di venerdì sera, informale, avuto col sindaco sull'iter per l'adozione del Piano di Governo del territorio.

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