Ecotunnel a Madesimo
I numeri del progetto

L'aspetto che sta raccogliendo la maggiore attenzione in Valchiavenna è quello della galleria. Il progetto complessivo, a cominciare dalle questioni urbanistiche e socio-economiche, è stato curato dall'architetto chiavennasco Silvano Molinetti dello Studioquattro

MADESIMO - 3300 metri di galleria da Madesimo alla Val di Lei, con una portata di oltre 2000 persone all'ora. Sono i numeri principali dell'ecotunnel, l'opera centrale del progetto di sviluppo della Valle Spluga promosso dal Comune e presentato alla cittadinanza dal sindaco Franco Masanti insieme all'équipe che cura i vari aspetti del percorso definito "Madesimo 2020".

L'aspetto che sta raccogliendo la maggiore attenzione in Valchiavenna è quello della galleria. Il progetto complessivo, a cominciare dalle questioni urbanistiche e socio-economiche, è stato curato dall'architetto chiavennasco Silvano Molinetti dello Studioquattro. La partenza di quest'opera - che non è stata progettata dallo studio di piazza Bertacchi e ha una sezione col diametro di circa sei metri - è prevista vicino a Cima Sole.

La lunghezza è di 3.330 metri, praticamente come quella del Monte Barro a Lecco. Verrà costruito anche un ulteriore tratto esterno di circa 250 metri, utile per proteggere la zona da eventuali slavine.  Questo accorgimento dà anche la possibilità di rimodulare il terreno con il materiale di scavo.
Le prime stime fanno pensare, infatti, ad alcune centinaia di migliaia di metri cubi provenienti dalla montagna perforata. In Val di Lei si realizzerà un piazzale di sbarco con uno spazio per la manovra dei mezzi.

«Nell'analisi della prefattibilità  è stata dedicata una notevole attenzione alla necessità di evitare un elevato impatto ambientale - assicura Molinetti -. A lavoro ultimato  si farà fatica a notare il cambiamento determinato dalla presenza di materiale proveniente dalla montagna. L'intervento deve essere poco invasivo, anche a tutela della fauna tipica della zona. La presenza dell'uomo in questo ambiente, purché rispettosa, può essere un valore aggiunto per la tutela della montagna. La sensibilità attuale dell'opinione pubblica rappresenta una precisa garanzia sotto questo punto di vista».

Fatto il tunnel  - se il progetto andrà in porto -  bisognerà garantire un sistema di trasporto efficace ed efficiente, senza alcuna possibilità per i mezzi privati. Ci sono due ipotesi: bus o trenino. La funivia, invece, sembra avere ben poche chance.

La prima soluzione è basata sull'utilizzo di autobus simili a quelli degli aeroporti. Quattro mezzi - due per ogni direzione - viaggerebbero lungo il tunnel, provvisto di due camere di scambio. Sarebbe la soluzione meno costosa.  L'ipotesi migliore secondo Molinetti sarebbe però quella del trenino, un mezzo che in montagna - si pensi alla ferrovia del Bernina o agli impianti di risalita in Svizzera - unisce il rispetto totale dell'ambiente a un certo appeal nei confronti della clientela.

«Un trenino per la Val di Lei avrebbe una valenza diversa», precisa l'architetto. Ma bisognerà fare i conti con le risorse. I costi nel dettaglio non sono ancora stati stimati, ma sembra più attuabile l'ipotesi dei bus. La portata del collegamento andrà dalle 2000 alle 2500 persone all'ora e dovrà essere compatibile con quella degli impianti di risalita in Val di Lei, in modo da evitare code. È prevista la realizzazione di un impianto di risalita con una fermata intermedia. L'obiettivo è quello di permettere di sciare da 2000 a 2400 metri di quota. La zona è ampia e non ci sono problemi di slavine.

L'alternativa della telecabina - che avrebbe lo stesso percorso di quella attuale, da smantellare entro il 2022 - sarebbe connessa quasi solo allo sci. «Con una galleria si potrebbero sfruttare le altre potenzialità della vallata, con un progetto di sviluppo globale. Il tema dell'agricoltura non è irrilevante e si affianca alla possibilità di promuovere anche in estate iniziative legate all'escursionismo, alla bicicletta e alla pesca».

L'opera può essere realizzata con due tecniche. Lo scavo con la talpa è più veloce e richiederebbe un anno di lavoro. In caso di tecniche tradizionali - con gli esplosivi - servirebbero 18 mesi. Se non ci saranno intoppi e tutto - dal reperimento dei finanziamenti, un passaggio tutt'altro che scontato, all'esecuzione dei lavori, passando per i progetti e le autorizzazioni - procederà in maniera rapida, l'inaugurazione potrebbe svolgersi nel 2017.

© RIPRODUZIONE RISERVATA