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Martedì 23 Ottobre 2012
Sondrio, troppi infortuni
Il sintetico sotto accusa
A meno di un anno dalla messa in opera, il campo in erba sintetica della Castellina è già finito sul banco degli imputati. La lunga serie di infortuni in questo avvio di stagione, per i giocatori della prima squadra del Sondrio, ha fatto scattare l'allarme. Subito l'attenzione si è concentrata sulla novità del sintetico, unica differenza rispetto al recente passato per le sedute di allenamento
La lunga serie di infortuni in questo avvio di stagione, per i giocatori della prima squadra del Sondrio, ha fatto scattare l'allarme. Subito l'attenzione si è concentrata sulla novità del sintetico, unica differenza rispetto al recente passato per le sedute di allenamento.
Così, un paio di settimane fa, si è presa la decisione di tornare sulla tradizionale erba. «L'avvio negativo è molto legato alle diverse assenze - spiega il presidente biancazzurro Oriano Mostacchi -. L'allenatore non ha mai potuto avere a disposizione, la rosa al completo. Probabilmente alcuni dei problemi fisici sono dovuti al sintetico che sottopone la muscolatura a sollecitazioni diverse da quello in erba. Situazioni simili si sono verificate anche in altre società che sono passate all'artificiale. Sono convinto che, con il passare del tempo, tutto rientrerà nella normalità. D'altra parte - chiude il massimo dirigente - nel periodo invernale, il sintetico rimane l'unica opportunità per potersi allenare, senza subire i rigori del clima».
Il direttore generale Habib Zallouz è invece molto preoccupato per la situazione che si è venuta a creare. «Intanto finché sarà possibile ci alleneremo sull'erba - dice -. Almeno per uscire da questo periodo negativo. Però non abbiamo nessuna certezza sulle cause di questa lunga serie di infortuni. Anche i giocatori sono divisi. Luca Colombo, per esempio è convinto che il sintetico non c'entri nulla. Lui si è allenato per anni e non ha mai avuto problemi».
L'allenatore Del Nero aggiunge alla discussione una statistica che sembra scagionare il manto artificiale. «Abbiamo analizzato i dati e in queste prime giornate abbiamo registrato quindici infortuni - fa sapere -. E di questi ben dieci sono dovuti ad eventi traumatici. Quelli legati a problemi esclusivamente muscolari e infiammatori sono solo cinque ed alcuni hanno visto come protagonisti giocatori che erano già fermi per altre problematiche. Con questi dati si dovrebbe parlare di inizio di stagione sicuramente poco fortunata e dove il terreno non è una componente importante. Di sicuro, comunque, la preparazione non ha nessuna incidenza. Ovviamente faremo le valutazioni del caso, ma adesso vorrei togliere di mezzo questo problema».
Nessuno meglio del medico sociale del Sondrio, Domenico Ligari, può far chiarezza sulla polemica sul sintetico. Tocca a lui infatti toccare con mano le conseguenze degli infortuni e trovare una soluzione. «L'erba artificiale può aver dato, di sicuro, qualche problema, anche alla luce di quello che si è visto l'anno scorso all'inizio dell'utilizzo, però non mi sembra che incida in misura maggiore - spiega Ligari -. Piuttosto vedo una congiuntura sfavorevole, legata anche a qualche risultato negativo e pure una componente psicologica. Quando la cattiva sorte si accanisce, magari colpendo sempre gli stessi giocatori, tutta la squadra perde serenità e tranquillità. È innegabile però che è difficile trovare una causa precisa, ad una serie così lunga di infortuni».
Ad alzare il tasso di preoccupazione, anche l'inserimento nella lista di più di un fuori quota. A fermarsi è toccato anche ai giovanissimi classe 95. «Non sono situazioni rare anche in altre società - dice Ligari -. E non mi risulta che in questo periodo le lesioni legamentose o a livello muscolare siano state più numerose rispetto al passato. I giovani pagano lo scotto di crescere parecchio in altezza, ma questo non significa muscolatura più robusta per sopportare in maniera adeguata l' accrescimento scheletrico. E questo può predisporre agli infortuni. Poi si deve considerare che il calcio è sempre più veloce e che espone al rischio di infortuni, anche i giovani».
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