Frontalieri a rischio
Turismo ko in Engadina

Calo del 30% nelle presenze alberghiere, molti posti di lavoro saranno cancellati

Meno 30%. Basta questa percentuale per definire la gravità della situazione osservata nel corso dell'inverno nelle strutture turistiche della Val Bregaglia e dell'Engadina. Il sindacato ha ricevuto nei giorni scorsi le comunicazioni relative ai dati sul turismo da parte dell'Ufficio federale che si occupa di statistiche. Il dato di Engadina e Bregaglia è allarmante. Nel confronto fra le presenze del mese di gennaio del 2011 e lo stesso epriodo di quest'anno, la flessione sfiora il 30%. «Non sono necessari troppi commenti di fronte a un -29,7% - ammette dal Syna-Cisl di Coira Ivan Cameroni Purtroppo non si tratta di un'eccezione. Rispetto alla media degli ultimi cinque anni, il calo si aggira intorno al 64%». Alla base di questa situazione, oltre alla crisi che va a colpire anche la clientela con una disponibilità maggiore di denaro da spendere in vacanza, si affianca il valore particolarmente elevato del franco svizzero. Si prevedono conseguenze sul futuro dei 4000 frontalieri assunti nei Grigioni. «La riduzione del volume d'affari nel comparto turistico avrà probabilmente ricadute dirette sulla manodopera impiegata in questo ambito, ma non solo. C'è anche il rischio di tagli nell'edilizia. Il calo delle risorse disponibili per le imprese del turismo renderà più difficili le ristrutturazioni».
Ma l'aspetto principale secondo Cameroni è l'assenza di percorsi formativi dedicati ai frontalieri. «In caso di espulsione dal mercato del lavoro, magari dopo decenni di attività nella stessa azienda, non è facile proporsi per un nuovo impiego. Le criticità sono determinate dall'assenza di competenze e spesso anche dalla mancata conoscenza della lingua tedesca. Purtroppo dobbiamo osservare che nelle zone di confine non si tengono percorsi formativi strutturati e dedicati a questa materia».

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