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Lunedì 02 Aprile 2012
Da Sassari a Buglio
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Dalla Sardegna a Buglio in Monte, il paese della Bassa Valle che ha dato una nuova vita e un posto di lavoro ad Antonio Carboni. È una storia singolare, proprio perché tutta declinata al positivo quella di Carboni, emigrante dall'isola al continente fino al centro abitato del Morbegnese dove ha sede la Ediltaglio Cemento, azienda che prima ha assunto lui e da un paio di mesi anche il figlio Mirco di 19 anni
È una storia singolare, proprio perché tutta declinata al positivo quella di Carboni, emigrante dall'isola al continente fino al centro abitato del Morbegnese dove ha sede la Ediltaglio Cemento, azienda che prima ha assunto lui e da un paio di mesi anche il figlio Mirco di 19 anni. È una vicenda a lieto fine quella dell'operaio sardo capace di accende un filo di speranza in questi tempi neri di crisi che lasciano ben poco respiro a ogni categoria di lavoro.
A raccontare la storia di Antonio, 51 anni di Porto Torres, è un amico, Alessandro Sanna («Antonio è molto riservato e adesso pensa soprattutto a lavorare», dice del conterraneo), complice della nuova strada intrapresa dall'amico e che ora vuole raccontare che cosa è avvenuto.
Il percorso in discesa di Carboni inizia nel 2009 quando perde il lavoro nello stabilimento petrolchimico di Porto Torres dove, in qualità di operaio specializzato, si occupava della produzione di pvc per una ditta esterna. Per sette mesi la ditta per la quale lavorava «ha preteso lavoro senza retribuzione, prima promessa e poi mai corrisposta», spiega Sanna. Così nel maggio 2009 Antonio, padre di due figli, è collocato in cassa integrazione. Oltre al lavoro scricchiola anche la sua famiglia, Antonio divorzia dalla moglie. Quindi le tentate battaglie sindacali per uscire da una situazione difficile.
Siamo al 2011 quando, stretto dal mutuo di 400 euro per la casa, senza più un euro in tasca da mesi (la disoccupazione non viene più corrisposta), Carboni conosce la vera disperazione. «La provincia di Sassari e la Sardegna tutta non offrono alcuna speranza di collocamento e occupazione - precisa l'amico - e Antonio a quel punto non riusciva più a vedere una via d'uscita».
Ma in mezzo a mille, gravi, difficoltà ecco che arriva la svolta, la speranza, legata da un filo sottile all'amico Sanna, che lo mette a conoscenza di una richiesta di lavoro. Una speranza costruita grazie alla tenacia e alla forza di volontà di un uomo che decide di rimettersi in gioco per ricominciare daccapo, alla soglia dei cinquant'anni.
Il 9 maggio 2011 è la data del cambiamento. Un amico, proprio Sanna, viene a conoscenza che una ditta valtellinese leader nel settore edile-artigiano, la Ediltaglio di Buglio in Monte, cerca un operaio da collocare nell'azienda.
«Ne parlo con Antonio che in mezza giornata organizza il viaggio in nave, così decido di accompagnarlo a Buglio, luogo che lui non conosceva per niente», dice Sanna. Gli inizi sono duri: una realtà così lontana e tanto diversa da quella abituale dove doversi integrare, un lavoro duro da imparare, ma anche nuove prospettive e un briciolo di futuro da immaginare in quella vita che sembrava averlo schiacciato definitivamente.
Oggi quel posto di lavoro e quel paese così distante da casa hanno ricompensato i suoi sforzi «salvandolo da un fallimento non solo familiare, ma anche professionale. Tutto grazie a questa azienda che per lui è diventata una famiglia».
Da due mesi quella famiglia ha accolto anche il figlio, Mirco, 19 anni, che, come il papà, a Buglio, paesino tranquillo e accogliente della Bassa Valle, ha trovato stabilità economica e una nuova comunità che lo ha adottato.
«Antonio è un gran lavoratore, si è adattato e pian piano ha imparato un mestiere che non era il suo e come lui sono in molti ad arrivare da fuori zona nella nostra ditta». Guido Azzalini, titolare insieme ad Arrigo Azzalini della Ediltaglio Cemento di Buglio in Monte, parla così di Antonio Carboni, che dall'anno scorso è impegnato nella sua azienda «e con lui c'è il figlio che si è da subito ambientato bene - prosegue il titolare - ma da noi ci sono ucraini, moldavi, fino a poco tempo fa anche un inglese. Insomma - dice con un filo di ironia - siamo una ditta multietnica e come tale apriamo volentieri le porte a tutti i bravi lavoratori come Antonio e suo figlio».
L'operaio sardo alla Ediltaglio (che si occupa di tagli su cemento armato e sasso, fori per impianti idraulici, passaggio condotti, demolizioni controllate e altro ancora) si è messo all'opera subito. Non senza difficoltà, visto che a cinquant'anni ha dovuto apprendere un lavoro nuovo e non dei più semplici e leggeri sulla piazza spostandosi in diverse città d'Italia dove l'azienda è chiamata a intervenire.
«Ma è uno che non si lamenta mai, che si impegna a imparare cose nuove, lavora sempre a testa bassa domenica compresa, se serve». Ed è proprio sulla forza di tutti i suoi uomini, operai e tecnici, che la ditta di Buglio è riuscita negli anni a imporsi da leader nel settore non solo nella Penisola, essendo in grado di competere anche in Europa.
«Sono loro - conclude Azzalini - che lavorando per la ditta con dedizione e spirito di sacrificio hanno permesso alla EdilTaglio di fare passi da gigante nel settore edile arrivando a una posizione di primo piano nelle demolizioni».
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