Tra i vini migliori del nostro Paese: Ar.Pe.Pe premiata ai Biwa 2019

Il Valtellina Superiore Sassella Rocce Rosse 2009 al ventiseiesimo posto. «Una bella soddisfazione»

C’era anche un pezzo di Valtellina lunedì alla premiazione ufficiale dell’edizione 2019 dei Biwa, ovvero i Best Italian Wine Awards, la classifica che decreta ogni anno i migliori 50 vini italiani, scelti da una super giuria internazionale capitanata da Luca Gardini, già miglior sommelier del mondo e una delle personalità più influenti nel settore del vino.
Una presenza quella di Ar.Pe.Pe che non è certo una novità tra i grandi vini italiani selezionati da un team di esperti internazionali. Per la cantina della famiglia Pelizzatti Perego si tratta infatti della quinta volta, a ritirare il premio in una cerimonia in cui c’era tutto il gotha del vino italiano.
«È una grandissima soddisfazione per tutta la Valtellina essere in una classifica insieme ai mostri sacri dell’enologia italiana e con una giuria così internazionale» le parole di Emanuele Pelizzatti Perego, sul palco a ritirare il premio a Milano insieme ai fratelli Isabella e Guido.
Il Valtellina Superiore Sassella Rocce Rosse 2009 di Ar.Pe.Pe si è classificato in ventiseiesima posizione, segnando uno spartiacque tra una graduatoria che ha visto tra i rossi primeggiare Toscana e Piemonte, con Brunello, Supertuscan e Barolo a fare la parte del leone, si fanno strada in vini bianchi dell’Alto Adige. Come l’anno scorso, il miglior vino dell’anno ai Biwa è il celebre Sassicaia, che ha fatto grande la denominazione di Bolgheri che quest’anno ha festeggiato venticinque anni dalla nascita della Doc all’ombra dei cipressi citati anche dal Carducci, con l’annata 2016, ritenuta allo stesso livello di quella sensazionale del 2015.
Seconda piazza per un Barolo, il Monvigliero 2015 di Burlotto, in un testa a testa fra Toscana e del Piemonte, che ha visto la supremazia dei vini toscani con quindici etichette, mentre sono dieci quelle piemontesi, provenienti dalle Langhe. Il terzo posto di un vino bianco con la cantina Tramin e il suo Terminum, un Gewürztraminer, il miglior bianco dolce d’Italia secondo Luca Gardini e la giuria composta dagli italiani Andrea Grignaffini, Pier Bergonzi, Andrea Gori, Antonio Paolini, Eros Teboni, l’austriaco Othmar Kiem, l’inglese Tim Atkin, la statunitense Christy Canterbury, la spagnola Amalya Cervera, il giapponese Kenichi Ohashi, il cinese Lu Yang. Una classifica che fotografa un cambio di gusto del consumatore di vino, che predilige la bevibilità, la freschezza e il frutto.
Caratteristiche che si trovano nel nebbiolo valtellinese, di cui Ar.Pe.Pe ormai è una delle migliori espressioni, grazie anche al fatto di aspettare il tempo giusto prima di essere messo sul mercato, l’annata premiata del Rocce Rosse è la 2009, una delle più vecchie nella classifica del Biwa che rispecchia al meglio il prototipo del vino valtellinese moderno. Grande soddisfazione per la cantina sondriese, come anticipato è la quinta volta che viene menzionata nella classifica del Biwa, era giù successo altre tre volte sempre con il Rocce Rosse e una volta con il Grumello Buon Consiglio. Da segnalare che quello di Ar.Pe.Pe è l’unico vino rosso lombardo premiato ai Biwa, le altre tre etichette in classifica sono tre spumanti della Franciacorta.

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