Reddito e pensione di cittadinanza: in Valle accolte 1.072 domande

L’Inps ha diffuso i dati dell’Osservatorio. Le pratiche di 119 persone sono in lavorazione. Partita la fase 2 con il supporto dei navigator

Sono ben 1072 le domande di reddito e pensione di cittadinanza accolte in provincia di Sondrio. Lo comunica l’Inps con la diffusione dei dati dell’Osservatorio statistico su questi provvedimenti, aggiornati al mese di novembre. Si tratta di circa lo 0,1% di quelle che hanno avuto lo stesso esito in tutta Italia e in 65 casi i requisiti sono decaduti.
L’importo medio per il reddito di cittadinanza, che riguarda direttamente 845 nuclei familiari e coinvolge 1867 persone, ammonta a circa 465 euro, mentre per la pensione di cittadinanza – relativo ai nuclei con persone di età superiore ai 67 anni - si scende a 195. In totale le domande presentate sono state, in provincia di Sondrio, 1728. Le pratiche di 119 persone sono attualmente in lavorazione. E se a Sondrio si è superata quota mille, a livello nazionale si è andati oltre il milione, con ben 1.066.000 le domande di reddito e pensione di cittadinanza accolte dall’Inps tra aprile e novembre. Tra queste 51.681 sono decadute e quindi le famiglie beneficiarie di reddito (890.756) e pensione di cittadinanza (123.673) sono nel complesso 1.014.429. A livello nazionale in media l’importo per famiglia è di 484,44 euro, con un massimo in Campania di 554 euro. Le domande respinte sono state 444.494, mentre oltre 112.000 risultano in lavorazione. Intanto anche Valtellina e Valchiavenna da circa un mese è iniziata anche la “fase 2” del reddito di cittadinanza. I navigator che hanno il compito di supportare il personale dei Centri per l’Impiego nella realizzazione di un percorso che coinvolga i beneficiari del rdc - dalla prima convocazione fino all’accettazione di un’offerta di lavoro congrua - sono operativi anche nelle sedi della provincia di Sondrio. Sono 10, visto che agli 8 assegnati in un primo momento sono state affiancate altre due persone, e provengono, oltre che dalla Lombardia, da Lazio, Campania, Abruzzo, Basilicata e Trentino. Uno è attivo a Bormio, due a Tirano, tre lavorano nel capoluogo e a Morbegno e uno a Chiavenna. E quest’aspetto, ben più dei numeri che sono cresciuti di mese in mese, appare significativo per il mondo del lavoro.
«La fase 2 può diventare una preziosa occasione di rilancio per i centri per l’impiego - sottolinea dalla Camera del lavoro di Sondrio il segretario generale Guglielmo Zamboni -. Non solo per il reddito di cittadinanza. Il loro funzionamento è importantissimo». La Cgil ritiene fondamentale la presenza sul territorio di luoghi d’incontro tra domanda e offerta gestiti dal pubblico. «Questo supporto garantito dal reddito di cittadinanza può garantire ai centri un ruolo da protagonista in questo ambito anche dopo la fase 2 - conclude Zamboni -. Ad esempio i navigator potrebbero essere stabilizzati, anche perché se si crea occupazione aumentano le risorse a disposizione del Paese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA