Maxi frode: cinque arresti. Perquisizioni anche in Valle

Diciannove indagati nell’ambito dell’operazione “Tribe” condotta dalla Guardia di Finanza

Bancarotta, frode fiscale e riciclaggio. Queste le accuse mosse dalla Guardia di finanza di Bergamo che, nell’ambito dell’operazione “Tribe”, ha arrestato 5 persone: 3 in carcere e 2 ai domiciliari. Si tratta di 3 imprenditori e 2 professionisti, un consulente tributario attivo tra Milano e Monza, e un commercialista con studio in provincia di Bergamo.
Se tra gli indagati non figurano valtellinesi, l’inchiesta ha coinvolto comunque anche la nostra provincia: sono 15 le perquisizioni dei finanzieri in abitazioni, studi commerciali e sedi di società tra Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Sondrio, Venezia e Varese. Il provvedimento di arresto - firmato dal gip di Bergamo Marina Cavalleri, su richiesta del sostituto procuratore Emanuele Marchisio - rappresenta l’epilogo di un’indagine condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bergamo sulle cause del fallimento di una nota società operante nel settore della ristorazione e gestione delle mense. Coinvolte in tutto 19 persone, indagate a vario titolo per bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e false compensazione di crediti d’imposta.

I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Bergamo dalle prime ore di questa mattina (8 novembre) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare. Nel corso delle intercettazioni è emersa la volontà dell’imprenditore al centro delle indagini di eseguire rilevanti investimenti all’estero nel settore dei parchi giochi/avventura, campo nel quale la sua famiglia aveva già maturato una pregressa esperienza in provincia di Bergamo. Nel tentativo di ostacolare la tracciabilità del denaro, parte delle somme distratte sono state trasferite su conti correnti esteri.

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