La frana a Forcola. Resta chiusa la strada provinciale

Dopo l’incontro con i tecnici, la Provincia ha emanato l’ordinanza di stop a tempo indeterminato. Il consolidamento del versante non è l’unica ipotesi

La strada provinciale orobica in corrispondenza del comune di Forcola resta chiusa a tempo indeterminato. La decisione è stata presa dopo il summit in municipio domenica sera e ieri mattina è stata messa nero su bianco dall’ordinanza emanata dalla Provincia che è l’ente titolare del tracciato stradale invaso sabato sera da 4mila metri cubi di materiale che si è staccato dal versante montuoso.
Dopo le 22 di sabato, infatti, al chilometro 3+850 della strada provinciale numero 16 orobica, cioè fra le frazioni di Forcola, Selvetta e Sirta, si sono verificati distacchi di materiale roccioso dalla montagna che la sovrasta e la sfiora e che hanno invaso la carreggiata stradale.
Dopo avere urgentemente delimitato con la segnaletica verticale la zona della frana che è scivolata a terra per un’ottantina di metri lineari, la Provincia ha istituito la chiusura temporanea del tratto interessato, «visto che per garantire la sicurezza della circolazione stradale - si legge nell’ordinanza - è necessario eseguire il preventivo disgaggio del materiale instabile ancora presente sul versante, per poi procedere con lo sgombero del materiale franato».
La strada è off limits ai mezzi fino all’ultimazione delle operazioni di messa in sicurezza nel tratto compreso tra le intersezioni con i ponti sul fiume Adda in località Sirta al chilometro 2+650 e in località Selvetta al chilometro 4+670.
Le auto al momento vengono dirottate sull’arteria stradale principale che corre parallela alla provinciale, cioè la strada statale 38. Dopo il disgaggio dei massi pericolanti nella parte alta della frana avvenuto domenica, ieri le opere si sono fermate. Il motivo di questo stop temporaneo è legato alla scelta che verrà compiuta nelle prossime ore rispetto alle modalità di intervento, anche perché nella zona del crollo si registra ancora una certa instabilità.
Il geologo incaricato dalla Provincia, Giovanni Songini, sta valutando la possibilità di un intervento in consolidamento della frana, ma questa non sarebbe l’unica ipotesi di intervento che gli enti preposti, cioè Provincia, Regione e quindi Comune stanno analizzando. «Il compito mira alla definizione di un progetto di consolidamento della zona della frana con dei placcaggi e delle reti – spiega il geologo- ma non è detto che l’intervento in parete si faccia per primo» . Inoltre si sta verificando anche la possibilità di reperimento del materiale come le reti visto il periodo festivo.
Intanto il summit di domenica sera che ha coinvolto gli enti del territorio, la Prefettura e le forze dell’ordine oltre che il geologo e i tecnici intervenuti per fare il punto sulla frana ha scongiurato la possibilità di mezzi coinvolti nello smottamendo grazie alle registrazioni delle telecamere posizionate a Sirta, Berbenno e alla videocamera del servizio antincendio boschivo della Comunità montana di Morbegno che monitora la zona dall’alpe Granda sul versante retico sopra Buglio in Monte. «Non sono poi state presentate denunce di scomparsa e quindi il rischio che vi sia qualcuno sotto la frana è estremamente remoto. Sulla base di questo si è deciso di pensare innanzitutto alle condizioni di sicurezza, che oggi sono a rischio, di chi lavorerà sul corpo frana. Quindi diventa difficile procedere subito alla base della frana, cioè sulla strada provinciale senza avere messo prima in sicurezza il versante»

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