I riflettori di Cheese su Storico ribelle e Furmacc del féen

Alla manifestazione di Bra presentato il nuovo presidio Slow Food valtellinese: «Sarà di sostegno alla coerenza dei casari di montagna»

Storico ribelle e Furmacc del féen protagonisti a Cheese, la manifestazione di Slow Food dedicata al formaggio dove venerdì sera è stato presentato il nuovo presidio Slow Food valtellinese.
Il Furmàcc del féen (formaggio del fieno) testimonia il binomio indissolubile tra il buon latte - e di conseguenza i formaggi - e la qualità di fieni ed erbe che alimentano le mandrie. In tutta la Valtellina e nelle valli confluenti - spiega l’associazione guidata da Carlo Petrini - è tradizione distinguere la produzione dei formaggi estivi, ottenuti nei pascoli degli alpeggi, da quelli invernali, prodotti nel fondovalle. «Nei primi si produce un formaggio ottenuto da latte intero, che assume svariate denominazioni locali, lo Storico Ribelle del Presidio su tutte - sottolinea l’associazione con sede a Bra in provincia di Cuneo, dove si svolge l’evento con oltre 200mila visitatori -. In fondovalle si lavora il latte scremato, per consentire la produzione del burro».
È questo anche il caso del furmàcc del féen, che si distingue anche per la versatilità dell’impiego in cucina. Caratterizza gli sciatt, funziona a meraviglia nei taroz, affianca o sostituisce degnamente i cugini più grassi d’alpeggio nel piatto simbolo di queste valli: i pizzoccheri.
«Il Presidio nasce per dare sostegno ai casari di montagna, in primis quelli dello Storico Ribelle, che hanno intrapreso una strada precisa, quella della coerenza: nella scelta di razze rustiche, come la bruno alpina originaria, nella gestione dell’alimentazione degli animali, sia in alpeggio quanto nelle stalle di fondovalle, attraverso l’uso di fieni ed erbe locali e con la valorizzazione della microflora locale in contrapposizione all’omologazione dei fermenti selezionati», hanno spiegato da Slow Food.
«Siamo protagonisti da vent’anni, Slow Food e tutto il popolo di Cheese hanno compreso il significato di quello che stiamo facendo: la difesa dell’erba, del pascolo e adesso anche del fieno», hanno osservato i responsabili dei due presidi Carlo Mazzoleni e Paolo Ciapparelli.
«È molto interessante avere ottenuto un presidio su una produzione invernale, perché ne viene riconosciuta l’importanza, per cui se si alimenta in certo modo la mucca d’inverno si salva l’alpeggio anche d’estate», ha concluso Paolo Ciapparelli.
La dodicesima edizione di Cheese, la più importante manifestazione internazionale dedicata ai formaggi a latte crudo e ai latticini e incentrata sul tema «Naturale è possibile», organizzata da Città di Bra e Slow Food con il sostegno della Regione Piemonte, si è aperta con la marcia #fridaysforfuture dei ragazzi che hanno così inaugurato le azioni della Global Climate Strike. «Dobbiamo agire ora tutti insieme, se vogliamo davvero cambiare le cose - ha spiegato il presidente di Slow Food Carlo Petrini -. La battaglia di Slow Food è da sempre a fianco delle realtà più piccole, che creano valore e rappresentano la nostra vera identità culturale. Per le strade di Cheese possiamo incontrare un’altra economia, quella che rappresenta la diversità, che valorizza i territori, quella davvero di piccola scala. Sono fiero di avere al mio fianco la Ministra alle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova, che ha radici nel mondo contadino e a cui vorrei affidare alcuni messaggi per noi fondamentali».
Petrini ha chiesto di intervenire sulla Pac, la Politica agricola comune dell’Unione europea. «La perenne sofferenza del sistema agricolo industrializzato in Europa testimonia il fallimento di una politica comunitaria che non ha saputo lavorare a beneficio di quel mosaico di produttori agricoli che compongono il tessuto rurale. Una Pac che tenga conto solo di modelli di valutazione legati alle superfici e alle capacità produttive ai fini delle erogazioni di sostegno è una Pac perdente. Sosteniamo con forza da tempo l’esigenza di un modello di Politica comunitaria che sappia guardare con obiettività al proprio sistema produttivo, che sappia sostenere l’agricoltura di piccola scala, le aziende che agiscono in difesa della biodiversità, i modelli di agricoltura sostenibile come l’agroecologia, che persegue obiettivi di equilibrio ecosistemico a tutela delle risorse naturali».

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