Come da copione: alla prima neve Santa Caterina è isolata

Valfurva, ieri pista d’emergenza e Gavia impraticabili. Il vicesindaco Bellotti: «Siamo stanchi e preoccupati, il paese muore»

E isolamento fu. Ieri, per alcune difficili ore, la frazione di Santa Caterina Valfurva è rimasta totalmente isolata dal resto del mondo. La terza stazione turistica della Valtellina è di fatto in ginocchio dal 22 giugno scorso, quando ha preso avvio l’emergenza legata al movimento franoso del Ruinon, situazione acuitasi dal 20 agosto quando la caduta di un masso di rilevanti proporzioni, ha “sancito” la chiusura h 24 della strada provinciale n. 29 che collega le frazioni di Sant’Antonio e Santa Caterina. Da quel giorno, con lo stop al transito, per raggiungere Santa Caterina due le opzioni disponibili: oltrepassare il passo del Gavia o (ma questo solo per i residenti e gli autorizzati ndr.) transitare con mezzi idonei lungo la pista di emergenza.
Ieri, causa la neve caduta anche a basse quote, di fatto la circolazione è stata bloccata, con mezzi spalaneve in azione sul Gavia, impraticabile ancora ieri sera, e stop temporaneo del servizio navetta lungo la strada di emergenza, ripartito solo dopo le 16 di ieri, a causa delle condizioni meteo avverse.
«Quel che è accaduto oggi – commentava ieri sera il vicesindaco di Valfurva Luca Bellotti - è la dimostrazione di quello che di qui in avanti può accadere ogni giorno. Santa Caterina è di fatto un paese isolato. Oggi è andata bene, perché non c’è stata la necessità di far passare ambulanze sulla pista d’emergenza, ma se ce ne fosse stato bisogno cosa sarebbe accaduto? La visibilità era pessima e quindi anche far intervenire l’elicottero sarebbe stato improponibile. Non ci si può affidare alla provvidenza e sperare vada sempre bene... bisogna pensare a un’alternativa e subito, perché si va verso l’inverno. Non possiamo rimanere con solo questa pista d’emergenza a disposizione».

A Santa Caterina vivono circa 230 persone: tante di loro si spostano per lavoro quotidianamente. «Si stanno predisponendo gli interventi per il disgaggio dei massi pericolanti del Ruinon (che dovrebbe iniziare mercoledì) e la parziale regimazione delle acque, la Provincia sta aiutando le famiglie per l’inizio della scuola (ventuno i nuclei familiari che si trasferiranno per consentire agli studenti di seguire le lezioni) ma noi tutti siamo, oltre che stanchi, anche molto preoccupati. Ora che le famiglie degli alunni lasceranno Santa Caterina nella località rimarranno 120-130 persone, ma il punto è che il paese sta morendo e di riflesso le conseguenze si sentiranno in tutta l’Alta Valle».

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