Batosta Iva sulle patenti. Scuole guida in rivolta per i rincari retroattivi

Dal 3 settembre imposta al 22% non soltanto per i corsi futuri, ma per quelli fatti dal 2014. «Pagare i 5 anni passati significa il fallimento»

Fine dell’esenzione dell’Iva e rischio di mettere la parola fine sulle autoscuole italiane. Dal 3 settembre, infatti, sul prezzo della patente di guida si applica l’imposta al 22 per cento e anche in provincia di Sondrio c’è una situazione di vero e proprio allarme. Non soltanto per i corsi del futuro, ma anche retroattivamente, fino al 2014.
È l’effetto della risoluzione 79 dell’Agenzia delle Entrate del 2 settembre scorso che accoglie il principio di una sentenza della Corte di Giustizia europea del 14 marzo di quest’anno - originata da un provvedimento avviato in Germania - che nega che l’insegnamento delle autoscuole abbia gli stessi requisiti di scuole o università. L’Iva, insomma, deve essere pagata.
La conseguenza è chiara: le autoscuole dovranno aumentare il loro listino e contattare tutti gli ex allievi e chiedere loro di pagare un sovrapprezzo. Su una stima al ribasso di 650 euro per patente, per gli oltre 2 miliardi e mezzo di euro di imponibile il recupero Iva si aggira sui 550 milioni di euro in Italia. Ma le autoscuole non hanno alcun potere coercitivo per recuperare questa somma. Perciò le settemila aziende attive nel Paese potrebbero vedersi costrette a versare ciascuna circa 110mila euro al fisco. Questo, dicono senza mezzi termini da Unasca, l’associazione che riunisce le ditte del settore, coinciderebbe con la fine delle loro attività.
I vertici nazionali hanno annunciato di volersi opporre, perché un conto è un adeguamento normativo, ma il recupero retroattivo è tutta un’altra storia. «Noi abbiamo rispettato la legge: si tratta di una situazione che va contro la logica e contro il buon senso - spiega la segretaria provinciale di Unasca Lucia Pozzi, titolare della scuola guida Taroni di Tirano -. Pagare l’Iva per gli ultimi cinque anni vorrebbe dire consegnare allo Stato l’incasso di dodici mesi. L’80% delle aziende andrebbe verso il fallimento».
Venerdì sera i rappresentanti delle 13 imprese del settore della provincia di Sondrio si sono riuniti per discutere di questa vicenda e si ritroveranno nuovamente nei prossimi giorni. C’è un “no” secco alla retroattività, insomma.
Ma non bisogna dimenticare che l’aumento, in media, determinerà anche un netto aumento dei costi.
Il salto percentuale dell’Iva dallo 0 al 22 è nettissimo, anche perché in Germania è al 4. Da circa 650 euro si passerebbe quindi a circa 800, senza dimenticare le patenti speciali che hanno un costo ben maggiore. «Andare a chiedere l’Iva ai clienti degli ultimi cinque anni è un’azione impensabile, così come lo sarebbe accollarci i costi per versare gli importi del passato - spiega Biancastella Colombo dall’autoscuola Baroncini di Morbegno -. Abbiamo numerosi allievi ai quali abbiamo presentato dei preventivi e questa novità improvvisa determina un cambiamento molto rilevante».

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