«Troppi incidenti sul lavoro anche a Lecco». Cgil e Uil di nuovo in piazza

«A Lecco, tra gennaio e febbraio del 2023, sono stati 542 gli infortuni sul lavoro, secondo l’Inail; mentre, nello stesso periodo del 2024, sono stati 578: una crescita importante. Non è più un problema di sicurezza sul lavoro, ma di diritto alla vita del lavoratore». Dario Esposito, coordinatore di Uil del Lario, spiega le motivazioni dietro lo sciopero della settima prossima. Cgil e Uil si asterranno infatti dalle attività lavorative giovedì 11 aprile e l’invito ad aderire è rivolto a tutti i settori privati.

Anche le sigle lecchesi parteciperanno, con un flashmob in piazza Diaz a Lecco, giovedì 11 aprile, dalle 14.30 alle 16.30 per rivendicare “il diritto alla vita dei lavoratori”. I motivi della mobilitazione insistono infatti su una «sorda indifferenza, da parte del Governo, alle esigenze della parte viva del Paese: quella che lavora, quella che il lavoro lo cerca, quella che dopo una vita di lavoro chiede il diritto ad una vecchiaia serena con pensioni dignitose». Il Paese non sta ottenendo risposte da scelte politiche prive di lungimiranza, secondo Cgil e Uil: «Ne sono una prova le continue morti sul lavoro, gli infortuni sempre più frequenti, un fisco che risulta clemente con gli evasori e severo con dipendenti e pensionati», commenta Esposito. «La parola “lavoro” viene citata 45 volte nella nostra Costituzione; eppure, una parola così importante è così trascurata nella politica dei fatti. Non vogliamo fare politica di partito, ma una forma di educazione civica, perché qualcuno, nella politica, ha dimenticato l’importanza che viene data dalla Carta costituzionale al lavoro».

Entrambi i sindacati ritengono che lo sciopero sia uno strumento utile a richiamare la classe politica alle proprie responsabilità nel garantire il diritto a un lavoro sicuro. «La tutela di questo diritto non deve però essere una priorità soltanto di queste due sigle sindacali, deve coinvolgere l’intero sistema Paese. Vogliamo che la salute e la sicurezza sul lavoro diventino un vincolo per poter esercitare l’attività d’impresa, superando la pratica del subappalto a cascata e vincolando l’accesso ai finanziamenti pubblici all’applicazione dei Ccn firmati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative - prosegue Esposito - Vogliamo un sistema fiscale equo e progressivo, che riduca la tassazione su lavoro dipendente e pensioni e parallelamente aumenti la tassazione delle rendite e il contrasto all’evasione fiscale. Vogliamo un’occupazione stabile e di qualità, da perseguire attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA