Stabilizzati più di 150 lavoratori

Decreto dignità. I numeri della Flai Cgil riguardano le tre aziende più importanti della provincia di Sondrio. Il segretario Boscacci: «Fondamentali gli accordi di secondo livello» - I casi Rigamonti, Galbusera e Levissima.

Anno nuovo in tanti casi vuol dire scadenza dei contratti a termine. E non sempre ai lavoratori viene offerta, ai tempi del Decreto dignità, una nuova opportunità. Ma qualche segnale positivo si osserva, perché - lo dice la Flai Cgil - «soprattutto grazie agli accordi di secondo livello si conquista anche la stabilizzazione di decine di lavoratori, più di 150 nelle tre aziende più importanti della provincia». Questa dinamica riguarda soprattutto l’ambito dell’industria, dove con il 31 dicembre sono terminati i periodi di lavoro di moltissimi operai assunti con impieghi a termine.

Quanti siano, è bene premetterlo, secondo i sindacati non è possibile saperlo, anche perché le organizzazioni sono presenti soltanto in una parte dei laboratori e in vari casi non hanno una rappresentanza strutturata in società con decine e a volte centinaia di dipendenti. Il Decreto dignità, del quale si parla a livello nazionale soprattutto per il destino dei riders, ciclisti occupati nella consegna dei cibi nelle metropoli, riguarda da vicino anche i valtellinesi e i valchiavennaschi assunti tramite le agenzie di somministrazione. E proprio la legge voluta dal ministro Luigi Di Maio, che due anni fa prima di approdare alla Farnesina si occupava di lavoro, ha ideato un meccanismo fatto di causali e durata massima delle assunzioni a tempo determinato.

Un mix che a fine anno ha fatto scattare varie novità. Di sicuro, come rilevato nei giorni scorsi dalla Felsa Cisl, riguarda vari settori del manifatturiero come il metalmeccanico nella zona di Colico, dove lavorano centinaia di tute blu valtellinesi e l’organizzazione aprirà domani un nuovo sportello, ma anche l’agroalimentare, che in Valtellina vuol dire soprattutto stabilimenti di acqua minerale, bresaola e biscotti.

A livello nazionale la Cgil ha sottolineato che la norma ha prodotto la stabilizzazione dei lavoratori meno sostituibili. Le imprese hanno infatti stabilizzato quei precari con livelli di competenze e abilità difficilmente reperibili. Sono comunque una percentuale abbastanza limitata, nell’ampia platea di lavoro precario, sia esso in somministrazione o a tempo determinato.

«Le dinamiche osservate sono sostanzialmente tre: il turn over con la sostituzione dei lavoratori che terminano il periodo di lavoro a tempo determinato, l’assunzione a tempo indeterminato da parte delle agenzie di somministrazione e la stabilizzazione con l’inquadramento direttamente nelle aziende», premette Vittorio Boscacci, segretario provinciale della Flai-Cgil. Quest’ultima opportunità è costantemente al centro dell’attenzione dell’organizzazione ai tavoli delle trattative sui contratti di secondo livello. Gli esempi delle tre più importanti società del settore attive in provincia di Sondrio lo confermano.

«Al Salumificio Rigamonti abbiamo chiuso un accordo positivo, dove a fronte del nuovo turno di sei ore nel reparto affettatura siamo riusciti a concordare trenta assunzioni a tempo indeterminato in tre anni - sottolinea Boscacci -. Si tratta soprattutto di lavoratrici che finora sono state occupate tramite un’agenzia e che con la normativa vigente non avrebbero più potuto lavorare a tempo determinato».

Anche la trattativa della Galbusera ha permesso di definire la conferma a tempo indeterminato di cinquanta dipendenti dall’azienda di Cosio Valtellino nei prossimi tre anni e a quaranta dalle agenzie. Alla Levissima sono state ben sessanta le assunzioni a tempo indeterminato garantite da parte della società di Nestlé Waters. La stessa dinamica, anche se con numeri inferiori, è stata osservata in altri stabilimenti, dal settore dolciario in Valchiavenna ai bresaolifici valtellinesi. Una questione che la legge non affronta, e che invece per la Cgil è cruciale, è rappresentata dalla percentuale di lavoratori in somministrazione.

«Con il Decreto dignità il sindacato punta a fare assumere i dipendenti direttamente dalle società che li impiegano, perché il lavoro che noi riteniamo di qualità ha questa caratteristica imprescindibile - ribadisce Boscacci -. Questo è il faro della nostra azione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA