Sondrio, pacchetto d’aiuti per i prodotti bio

Lo scopo: migliorare la competitività aziendale sul fronte commercializzazione e promozione. Bonat: «Su 80 aziende attive in provincia di Sondrio, 60 potranno essere coinvolte in questo progetto».

Migliorare la competitività delle imprese nell’ambito della commercializzazione e promozione di prodotti biologici. Ecco l’obiettivo del bando presentato lunedì nella sede della Camera di commercio di Sondrio, che mette a disposizione un fondo di 210mila euro. L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese considerate ammissibili, tra 10mila e 2mila euro lordi, che corrispondono a investimenti tra i 20mila e i 4mila euro. Gli imprenditori potranno acquistare macchinari, attrezzature e impianti a basso impatto ambientale per la trasformazione e il confezionamento di prodotti biologici. Saranno finanziabili anche le spese per l’allestimento dei punti vendita dei prodotti biologici e la preparazione di stand all’interno di fiere e mercati.

Potranno essere sostenute, nel limite del 25%, le spese legate alla presenza sul web – ad esempio con sito e social network – e per attrezzature informatiche e programmi. Per quanto riguarda le spesi di consulenza funzionali ai precedenti interventi, il limite è del 5%. Le domande potranno essere presentate dal 31 ottobre al 31 marzo. Questo percorso si inserisce nel programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera Sinbioval. «Su 80 aziende bio attive in provincia di Sondrio, 60 potranno essere coinvolte in questo progetto e crediamo che sarà un percorso molto apprezzato dalle imprese», ha osservato il segretario della Camera di commercio Marco Bonat.

In rappresentanza dei partner coinvolti nel progetto sono intervenuti anche il presidente della Comunità montana Valtellina di Sondrio Tiziano Maffezzini ed Enrico Mottolini, rappresentante del settore industria nella giunta camerale. «Sinbioval è un’azione congiunta con la Valposchiavo per rilanciare in maniera forte l’agricoltura biologica sul nostro territorio - ha spiegato Maffezzini -. Seguendo le peculiarità della valle di confine dei Grigioni, per la quale questo aspetto è centrale, ci è sembrato opportuno dare un’impronta forte su questa tematica anche in Valtellina». Entrando nel dettaglio gli obiettivi sono tre. «La crescita del biologico nella nostra valle, la conoscenza da parte del consumatore del significato di questo tipo di agricoltura e la commercializzazione di queste specialità». Mottolini ha sottolineato che «la Valtellina ha bisogno di distinguersi nella qualità, anche per chi ci abita, perché la diffusione di queste pratiche dovrebbe portare un benessere migliore anche alle persone che vivono in questo ambiente».

E se la Valposchiavo è stata associata spesso, oltre che al bio, al 100% di prodotti in linea con il territorio e la filosofia che lo caratterizza, al momento in Valtellina non ci sono dati precisi, anche perché in un territorio vasto come la provincia di Sondrio è un’operazione molto complessa. «La sensazione che abbiamo è che il fenomeno è in crescita ed è premiato dal mercato - ha concluso Bonat -. I consumatori sono sempre più attenti all’origine dei prodotti e alle tecniche di produzione utilizzate. Nei prossimi mesi osserveremo l’evoluzione di queste dinamiche».

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