«Sinbioval, un motore di sviluppo»

Il tema I risultati del progetto Interreg per lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Valtellina e Val Poschiavo Un bilancio più che positivo - Maffezzini: «Ma ora inizia un percorso che deve essere incentivato e coltivato»

Quattro anni, otto partner al di qua e al di là del confine elvetico, 1,5 milioni di euro per la sola parte italiana capaci di mettere in movimento molte più risorse e un progetto che si chiude fisicamente con un bilancio più che positivo, ma da cui inizia un percorso «che - sottolinea il presidente della Comunità montana di Sondrio, Tiziano Maffezzini - deve essere incentivato e coltivato». Insomma, bisogna proseguire per rendere l’agricoltura biologica di qualità quel motore di sviluppo territoriale che può e deve essere a fianco del turismo.

Il via nel 2019

Grande soddisfazione da parte di tutti i partecipanti per i risultati del progetto Interreg Italia-Svizzera “Sinbioval - per lo sviluppo sinergico dell’agricoltura biologica in Valtellina e Val Poschiavo” che ha preso il via nel 2019 con l’ente montano sondriese a fare da capofila per la parte italiana, che contempla anche la Camera di commercio - impegnata su questo fronte per la prima volta in 20 anni -, la Fondazione Fojanini, il Comune di Chiuro, Valtellinabio e la Latteria sociale di Chiuro, e per la parte svizzera la Regione Bernina e il caseificio Valposchiavo.

I quattro anni di lavoro, dal 10 aprile 2019 al 26 settembre 2023, che neppure la pandemia è riuscita a fermare, le 32 azioni previste portate avanti e le attività che si sono aggiunte strada facendo grazie all’impegno congiunto di tutti i partner italiani e svizzeri sono state sintetizzate nel convegno di chiusura del progetto che è stato celebrato ieri mattina nella sala Martinelli della Camera di commercio di Sondrio. L’occasione per ribadire la bontà di quanto fatto e auspicare di poter proseguire. «Abbiamo piantato un seme che proietta questo tema verso il futuro» ha sottolineato il segretario generale della Camera di commercio Marco Bonat.

«Sinbioval è nato dalla consapevolezza di avere un territorio dal grande valore ambientale nel quale si pratica un’agricoltura che dà prodotti di alta qualità - ha ricordato Maffezzini -. Con questo progetto abbiamo voluto consolidare il cammino delle aziende che avevano già intrapreso un percorso biologico di sostenibilità ambientale e attenzione ai consumatori fornendo loro una casa. E, al tempo stesso, cercando di coinvolgere quanti più operatori possibili».

Da qui è nato il Distretto biologico della Valtellina Aps che inizialmente ha coinvolto dodici aziende diventate poi sedici. «Abbiamo messo in relazione tra loro gli operatori - continua Maffezzini - anche per consentir loro di affrontare al meglio non solo il percorso di sostenibilità, ma anche il mercato, perché sappiamo bene che cooperando è più facile».

Le azioni del progetto Interreg sono state dunque rivolte alla formazione e all’appoggio agli operatori, ma con uno sguardo fondamentale rivolto ai clienti con l’intento di renderli più consapevoli di ciò che significa consumare prodotti biologici.

«Per questo - aggiunge Maffezzini - sono state sviluppate una serie di iniziative di divulgazione e comunicazione». L’inaugurazione a palazzo Andres Flematti a Chiuro del percorso didattico sensoriale e delle due sale multimediali è andata proprio in questa direzione, così come la fiera del biologico della montagna alpina organizzata per rendere visibili al grande pubblico, commercializzandoli sulla piazza, i prodotti biologici.

Un motore di sviluppo

«Siamo molto orgogliosi di questo percorso - ancora il presidente della Comunità montana di Sondrio che con Cinzia Leusciatti ha messo in campo un grande impegno - che riteniamo essere molto importante per questa parte della Valtellina, ma, in generale, per tutto il territorio provinciale. L’agricoltura biologica rappresenta un ulteriore motore di sviluppo per noi, insieme al turismo. Abbiamo bisogno di sostenere questo comparto consentendo alle aziende di avere redditività per continuare a rimanere sul territorio, prendersene cura e divenire attrattive per i giovani».

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