Sì al piano Secam di risanamento. Ma le tariffe rifiuti saliranno del 6%

Assemblea Dopo un percorso accidentato e sofferto via libera al programma per risollevare l’azienda No di Bormio, Valfurva e Montagna, Alta Valle astenuta

Qualche dubbio ancora su come uscire dalla questione del saldo dei conguagli rifiuti 2020 e 2021 e sull’adeguamento al pef grezzo 2022 - incognita non di poco conto -, ma alla fine, al termine di un lungo pomeriggio di discussione, l’assemblea degli enti prima e, in continuità, quella dei soci poi ha votato a maggioranza a favore dell’aggiornamento del piano industriale di Secam. Che porta con sé come conseguenza il ritocco delle tariffe dei rifiuti del 6%.

Cammino difficile

Una decisione faticosa, rinviata di settimana in settimana dopo l’ultima riunione del 30 settembre che non è passata in modo indolore neppure ieri (contro il piano si sono espressi i comuni di Montagna, di Bormio e Valfurva, mentre il resto dell’Alta Valle si è astenuto), ma che regala finalmente la prima schiarita al cielo sopra la società interamente pubblica che si occupa di sistema idrico integrato e di rifiuti per gli enti valtellinesi.

Una boccata d’ossigeno che consentirà di portare in utile il bilancio a partire dal prossimo anno, ma non da questo «che difficilmente potrà chiudere in pareggio» ha chiarito il direttore finanziario Andrea Portolani.

Ma insomma, con la manovra prospettata e poi approvata che prevede la rimodulazione del prezzo del servizio (idrico e ambiente) per riportare in equilibrio la situazione tra spese ed entrate, il saldo dei conguagli e il contributo da parte della Provincia di 15 milioni di euro spalmato su tre anni a valere sui fondi Aqst per gli investimenti sul sistema idrico (sempre che non si configuri come aiuto di Stato come ha paventato il presidente di palazzo Muzio, Elio Moretti) ci si avvia sulla strada giusta.

«Il nostro deve essere un obiettivo condiviso per consentire alla società di proseguire nella sua attività - aveva aperto l’assemblea degli enti il presidente Moretti sottolineando l’importanza e insieme la gravità del momento, ma anche le assenze ancora troppo numerose (30 comuni e due Comunità montane, nda) -. Ogni socio deve scegliere cosa fare e quale metodo usare per saldare i conguagli dei rifiuti, ma in un modo o nell’altro dobbiamo intervenire per scongiurare pericoli alla nostra società. L’aggiornamento del piano industriale indica le soluzioni per consentire a Secam di continuare ad operare e di essere credibile anche nei confronti delle banche».

A pesare sui conti di Secam è infatti l’indebitamento causato dagli investimenti milionari fatti negli anni sull’idrico oltre al disequilibrio tra entrate ed uscite nell’erogazione dei servizi cui l’adeguamento delle tariffe dei rifiuti attraverso il pef grezzo già trasmesso ai Comuni e per gli anni successivi al 2022 sulla base di un fattore correttivo del 6%, «fino a quando le condizioni di mercato non ne consentiranno una riduzione», prova a dare una risposta dopo che le tariffe dell’acqua sono già state riviste. Il contributo di 15 milioni della Provincia attraverso l’Ato consentirà invece alla società di procedere con gli investimenti senza dover pesare sulle tasche dei cittadini attraverso ulteriori aumenti tariffari come ha sottolineato il presidente Moretti.

Punto di partenza

«Questo piano è un punto di partenza senza il quale non si può andare da nessuna parte - le parole del presidente di Secam, Raffaele Pini nell’assemblea degli enti durante la quale i sindaci valutavano non come ma se pagare i conguagli -. Sono preoccupato e spiazzato nel vedere che siamo ancora nel campo delle ipotesi, che si continua a procrastinare una decisione che non può essere rinviata. Abbiamo ricevuto in eredità un fardello pesantissimo, ma come cda non accettiamo l’idea che la soluzione che qualcuno velatamente prospetta, sia il commissariamento. Le possibilità di rilancio ci sono se tutti siamo, siete convinti della necessità di farlo». «Siamo qui per decidere tutti assieme se e come salvare questa società» ha aggiunto l’ad Nicola Perregrini.

Un appello che i sindaci, la maggior parte di loro almeno, ha colto votando a favore dell’adeguamento e dandosi dunque disponibili a valutare in che modo procedere tecnicamente con il saldo dei conguagli dei rifiuti se cioè attraverso la via della passività pregressa scelta dal Comune di Ardenno o quella individuata dal Comune di Sondrio dell’addendum al contratto. Perché comunque, nonostante il richiamo del sindaco di Tirano Franco Spada, trovare una soluzione unitaria non è stato possibile.

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