«Rincari in bolletta e inflazione al 12%
Un’emergenza»

Allarme Alberto Riva è il direttore di Confcommercio: «Inevitabile la frenata dei consumi con ricadute pesanti. Servono interventi per calmierare i costi energetici»

I nuovi dati Istat su un’inflazione che ad ottobre sfiora il 12% su base annua mette in allarme consumatori, sindacati e anche il mondo della piccola impresa e in particolare dei commercianti al dettaglio, i più esposti alle restrizioni di consumo delle famiglie.

Ieri, alla pubblicazione dei dati preliminari Istat, il Codacons ha annunciato che l’inflazione all’11,9% porterà una stangata di oltre 3.600 euro per le famiglie. Un’inflazione definita “disastrosa” che colpisce gli alimentari (+13,5% a ottobre 2022 sullo stesso mese del 2021), per i quali si torna a chiedere al Governo «subito il taglio dell’Iva». Ma a preoccupare è soprattutto la forte accelerazione dell’inflazione anno su anno causata soprattutto dai prezzi dei beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%).

Immediato

Da parte loro i sindacati chiedono al Governo un intervento immediato per calmierare i prezzi di energia e alimentari, mentre l’ufficio studi di Confcommercio parla di uno shock che preannuncia un periodo di recessione prolungata.

«Le famiglie e le nostre imprese del commercio si trovano in una situazione sempre più difficile – afferma il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva - . L’inflazione e i costi energetici aumentano e i redditi delle famiglie perdono valore. Ci aspettiamo una ridotta propensione al consumo, cosa che innescherà una minor produzione ed effetti su tutto il ciclo economico, in una recessione che rischia di protrarsi a lungo nel tempo sull’anno prossimo».

La contrazione della domanda in vista di un periodo di spesa com’è quello delle feste natalizie costringerà le imprese a fare i conti con margini in calo e costi in crescita, con contraccolpi anche sull’occupazione.

«In Confcommercio – aggiunge Riva - abbiamo diversi settori di attività, per quanto sia difficile prevedere l’impatto reale e differenziato che potrà avere l’inflazione sappiamo bene che ogni decisione di tenere o meno aperte le attività vengono prese dalle aziende a fine anno. Speriamo che ovviamente non siano prese le decisioni più nefaste. Le nostre imprese stanno cercando di resistere e di tenere i negozi aperti, ma la riduzione dei consumi si sta già avvertendo. Al nuovo governo chiediamo la stessa cosa chiesta al precedente: interventi per calmierare i costi dell’energia, perché questa è un emergenza con effetti più gravi di quelli della crisi per Covid».

Rilevante

Nel commento alle stime provvisorie dell’Istat sull’inflazione a ottobre l’ufficio studi di Confcommercio sottolinea che «in questo contesto - prosegue la nota - le famiglie hanno sempre maggiori difficoltà a mantenere l’attuale mix di consumi, essendo costrette a spostare una quota sempre più rilevante del proprio reddito, in riduzione in termini reali, verso le spese di base (energia, alimentazione, ecc). Alla luce di questa situazione, che potrebbe determinare un netto stop al recupero della domanda per consumi da parte delle famiglie, i timori di una recessione prolungata, che vada oltre il periodo a cavallo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, si fanno sempre più concreti. È opportuno ricordare - conclude Confcommercio - che dall’inizio del 2023 si potrà osservare una riduzione dei costi dell’energia, almeno temporanea, con qualche beneficio sulla dinamica dei prezzi al consumo».

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