Popolare, utile netto a 150 milioni

Numeri È il risultato dei primi nove mesi dell’anno, pesano gli oneri per la stabilizzazione del sistema bancario. Il consigliere delegato Pedranzini: «Una crescita solida, fiduciosi che il trend possa continuare in questi mesi»

«Si conferma la nostra forza commerciale nelle aree di insediamento e viene ribadito un elevato livello di efficienza gestionale». La Banca Popolare di Sondrio realizza, nei primi 9 mesi di quest’anno, un utile netto pari a 151,3 milioni (-24,9%) «grazie all’ottimo andamento della gestione caratteristica (pari a 753,6 milioni, +16,1% rispetto al 30 settembre 2021, margine di interesse +22,3% e commissioni nette +6,8%)», ma su cui pesano, spiegano dagli uffici di piazza Garibaldi, «significativi oneri per la stabilizzazione del sistema bancario pari a 43 milioni, in ulteriore incremento rispetto al periodo di confronto (34,7 milioni, con un’impennata del 24%, ndr)».

Il resoconto di gestione intermedio consolidato al 30 settembre è stato esaminato e approvato ieri dal Consiglio di amministrazione, riunitosi sotto la presidenza di Francesco Venosta.

Tassi in rialzo

«La performance della banca si conferma solida, consolidando gli ottimi risultati conseguiti nella prima parte dell’anno. Mi preme sottolineare la crescita molto significativa del margine di interesse, 477,3 milioni, pari a un +22,3% - ha commentato il consigliere delegato e direttore generale Mario Alberto Pedrazzini -. Tale componente beneficia del nuovo contesto di mercato, caratterizzato da tassi in rialzo, e riflette nel nostro caso la crescita degli impieghi verso la clientela, a conferma della vocazione della Banca Popolare di Sondrio, da sempre impegnata a favore dello sviluppo economico dei territori di insediamento».

E ha aggiunto: «Ci confrontiamo ora con un quadro macroeconomico in peggioramento, in ragione delle tensioni geopolitiche connesse alla guerra in Ucraina e delle pressioni inflattive che rallentano consumi e investimenti delle imprese. Ne abbiamo tenuto conto, agendo in modo prudenziale sul costo del credito. La qualità degli attivi, tuttavia, non evidenzia per ora segnali significativi di deterioramento: nonostante uno choc di portata storica sul fronte dei prezzi dell’energia, il tessuto economico delle aree del Paese in cui siamo presenti sta mostrando ancora una volta una straordinaria capacità di adattamento e resilienza. La banca continuerà a fare la propria parte al fianco di imprese e famiglie, forte di un’eccellente patrimonializzazione. Per quanto l’attuale contesto inviti alla cautela, i trend operativi sin qui osservati ci rendono fiduciosi sul conseguimento di risultati positivi pure nell’ultima parte del 2022».

Inoltre, «il fatto di aver un buffer di capitale elevato ci dà una tranquillità gestionale e la possibilità di cogliere quelle opportunità che si dovessero presentare».

La crescita

Lo ha sottolineato ieri, nella call con gli analisti, sempre il consigliere delegato Pedranzini. «Fatto salvo il contesto geopolitico, rimaniamo ragionevolmente ottimisti» sul futuro e «siamo positivi rispetto ai risultati dell’ultimo trimestre». Pedranzini ha detto che «anche nel 2023 proseguiremo nella nostra crescita che si è manifestata in maniera importante nei territori che ben conosciamo, sviluppando l’attività nelle aree dove siamo meno presenti che possono dare ritorni importanti». La Bps - ha spiegato - guarda a «tutte le aree d’investimento, soprattutto in termini di diversificazione». Tanto Pedranzini quanto il chief financial officier (cfo) Massimo Perona, oltre a stimare per quest’anno un miglioramento del Roe (l’indice di redditività del capitale) target in area 7%, hanno indicato che l’istituto è sulla buona strada sugli obiettivi del piano al 2025, che è stato presentato lo scorso giugno.

Nuove erogazioni

Le commissioni nette sono state pari a 276,4 milioni (+6,8%), le nuove erogazioni a famiglie e imprese superano i 4 miliardi di euro, in crescita rispetto agli oltre 3,3 miliardi del periodo di confronto che pure includevano “erogazioni Covid” con garanzia statale per circa 840 milioni.

I crediti fiscali

Di rilievo, ha illustrato la banca, «l’attività di acquisizione di crediti fiscali (superbonus/sisma bonus, ecobonus, altri bonus) che ha raggiunto uno stock pari a oltre 1,6 miliardi, destinato a incrementarsi in misura notevole in ragione delle operazioni attualmente oggetto di istruttoria; il contributo a conto economico ha superato, al 30 settembre, i 26 milioni. Tale attività, condotta con una rigorosa verifica delle pratiche, ha pure consentito l’ampliamento della base clienti».

Le rettifiche di valore nette si sono attestate a 103,9 milioni rispetto ai 91,2 milioni del periodo di confronto (+13,9%). Il rapporto tra le rettifiche di valore nette e i finanziamenti netti verso clientela (32.749 milioni), cosiddetto costo del credito, risulta quindi pari allo 0,42% rispetto allo 0,40% del periodo di confronto.

L’aggregato include accantonamenti straordinari e prudenziali connessi al conflitto tra Russia e Ucraina, «ferma restando l’esposizione diretta del Gruppo molto limitata verso l’area geografica coinvolta, nonché quelli relativi ai comparti del portafoglio impieghi più esposti al rincaro delle materie prime energetiche». Il tutto a fronte di un incremento dei costi operativi: +3,5% a 381 milioni. Infine, per quanto riguarda i requisiti patrimoniali, il Cet 1 ratio si è attestato al 15,4% e il Total Capital ratio al 18%. Il tutto a fronte di un incremento dei costi operativi: +3,5% a 381 milioni. Infine, per quanto riguarda i requisiti patrimoniali, il Cet 1 ratio si è attestato al 15,4% e il Total Capital ratio al 18%.

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