«Pensionati artigiani, basta salassi, dopo le parole di Conte vogliamo i fatti»

La riforma fiscale. ll presidente del Gruppo Anap di Sondrio commenta l’annuncio del premier. «L’intervento sul cuneo a vantaggio dei lavoratori dipendenti ha accentuato le sperequazioni».

«Finalmente i pensionati artigiani hanno sentito delle parole confortanti, anche se per ora si tratta soltanto di parole: vogliamo vedere fatti concreti». È questa la posizione assunta dai vertici dell’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato dopo aver registrato le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul “Piano di riforma fiscale”. Un provvedimento che dovrebbe coinvolgere anche i pensionati. «Quella di una più adeguata tassazione dei trattamenti pensionistici è una delle nostre rivendicazioni più importanti», è il punto di vista dell’associazione. E questo per due ragioni.

«La prima è perché i pensionati italiani sono tra i più tassati in Europa». Ad esempio - rilevano da Anap - su una pensione annua di circa 20.000 euro lordi, in Italia si pagano quattromila euro di Irpef, cioè il 20 %, mentre la media in Europa è del 13. Inoltre ridurre il carico fiscale sugli assegni previdenziali «è una questione di equità, visto che i pensionati subiscono paradossalmente una tassazione più pesante rispetto ai lavoratori dipendenti per effetto delle detrazioni più basse». Eppure si tratta, nel Paese, di 16 milioni di persone. «La legge di Bilancio, riducendo il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, ma non per i pensionati, ha compiuto un’ulteriore sperequazione», aggiungono.

Il presidente del Gruppo Anap di Sondrio Mario Valetti ha ripreso i contenuti della posizione assunta a livello nazionale e ha sottolineato che «da anni gli artigiani pensionati che incontro periodicamente chiedono una riduzione fiscale». «Questo risultato potrebbe rappresentare solo in parte una forma di compensazione per la pesante perdita del potere d’acquisto delle pensioni che si è registrata in questo ultimo decennio, per effetto sia degli interventi penalizzanti sulla perequazione, sia proprio della pressione fiscale, soprattutto a livello locale».

Anche secondo i sindacati confederali la questione - che secondo dati Cisl del 2018 riguarda in provincia di Sondrio 32mila pensioni di vecchiaia e oltre 59mila in totale se si comprendono quelle di invalidità, superstiti e sociali - è finalmente al centro dell’attenzione. Dopo mesi di mobilitazione e le due grandi manifestazioni nazionali promosse a Roma da Cgil, Cisl e Uil, «le tante rivendicazioni che riguardano da vicino la vita di 16 milioni di pensionati sono entrate a pieno titolo nel confronto tra governo e sindacati». «Cominciamo un lavoro che non sarà breve, ma che vogliamo ci porti a dei risultati importanti per le persone che rappresentiamo», è il commento dello Spi-Cgil. Per la Fnp-Cisl parlare di pensioni vuol dire anche concentrare l’attenzione sul lavoro. «Meccanismi più equi di pensionamento, uniti a una seria politica di crescita e allo sblocco degli investimenti produttivi, sono essenziali per avviare il turnover nei luoghi di lavoro».

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