«Non ammesso a socio». Scontro tra Fondo Amber e la Popolare di Sondrio

Contestata la decisione presa dal Cda. «È contraria al principio della democrazia azionaria».

Ruvido e inedito braccio di ferro in casa della Banca Popolare di Sondrio. Il Cda ha rigettato la richiesta del primo azionista, Amber Capital, di essere iscritto a libro soci e gli ha intimato di vendere le quote superiori all’1%. Provocando le ire del fondo attivista, che nella Popolare valtellinese ha investito un’ottantina di milioni per mettere insieme il 6% del capitale. Amber ha accolto con «sconcerto e rammarico» la decisione, motivata con il fatto che non tutti i fondi gestiti dall’sgr rispetterebbero la previsione del Testo unico bancario, che consente solo agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (Oicvm) di superare i limiti al possesso azionario previsti per le cooperative e non anche agli organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr), quali sono alcuni dei fondi del gestore britannico.

«Già a partire dal novembre del 2017 i fondi gestiti da Amber Capital Uk hanno complessivamente superato la soglia del 5%» senza che la banca, alla quale la quota è stata comunicata al pari delle autorità di vigilanza, abbia avuto «nulla da eccepire» fino alla domanda di iscrizione a libro soci, ha affermato Amber. Che si è riservata «ogni più opportuna iniziativa» contro una decisione che non rispetta la «democrazia azionaria» ed esclude chi ha «investito ingenti capitali» dal «poter partecipare alla vita sociale ed esercitare i diritti previsti dall’ordinamento».

A causa del rigetto della domanda, infatti, Amber non potrà intervenire in assemblea, accedere al libro soci e presentare una lista di minoranza per il Cda (in aprile scadono cinque consiglieri). Eppure il fondo avrebbe più di un’osservazione da fare rispetto a una banca ben gestita e solida, ma che - è la critica che viene rivolta all’istituto - ha mantenuto uno stock di Npl troppo alto (l’Npl ratio è al 12,5%), non è stata in grado di aprirsi al mercato continuando a difendere la forma cooperativa.

A questo punto il fondo potrebbe ricorrere al Collegio dei probiviri, alla giustizia civile come pure appellarsi alla Bce e a Bankitalia, che non hanno avuto nulla da dire sulla quota del fondo di Joseph Oughourlian. Che non pare intenzionato a vendere il suo 6% anche se, tra un anno, potrebbe perdere, come previsto dal Tub, i diritti patrimoniali sulle azioni.

In primavera, infatti, la Corte di Giustizia della Ue dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità della riforma Renzi (l’11 febbraio è atteso il parere dell’avvocato generale). E se il giudizio sarà positivo anche la Sondrio dovrà trasformarsi in Spa, con plausibile rivalutazione di un titolo che tratta solo 0,32 volte il patrimonio. A quel punto conteranno le azioni e non le teste. E Amber, forte del suo 6%, non avrà problemi a far sentire la sua voce

Lo scontro è scoppiato martedì, quando la Bps ha motivato la sua presa di posizione. Il Cda della Popolare di Sondrio, guidata dal consigliere delegato e direttore generale Mario Alberto Pedranzini e presieduto da Francesco Venosta, non ha dunque accolto le domande di ammissione a socio presentate da Amber Capital Uk e Amber Capital Italia Sgr, ritenendo non sussistenti le condizioni stabilite dalla normativa e dallo statuto e rilevando, come detto, anche il superamento del limite al possesso azionario dell’1% stabilito dall’articolo 30 del Testo unico bancario (Tub).

La Bps ha deciso quindi, come spiega in una nota, di contestare la violazione del limite in relazione ai possessi azionari dichiarati da Amber Capital Uk tramite il Fondo Amber Active Investors Limited e il Fondo Amber Global Opportunities Limited rispettivamente per il 5,09% e l’1,05% del capitale sociale della banca.

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